Si parte, con ottimismo. «C'è una gran voglia di sci», confermano da Dolomiti Superski, 1.200 chilometri di piste e 450 impianti di risalita tra le province di Trento, Bolzano e Belluno. «Vediamo entusiasmo per la montagna, le località sono affollate», monitora Valeria Ghezzi, presidente dell'associazione degli esercenti funiviari. Anche se il costo degli skipass registra un aumento medio dell'8% e in alcune zone la neve si fa desiderare. «Stanno arrivando le prenotazioni per il 31 dicembre. Noi siamo pronti, ci manca solo una bella perturbazione», si augura Antonio Angelone, direttore della scuola sci Level up di Campo Felice.
RINCARI
La vacanza in montagna piace agli italiani, tra gennaio e marzo di quest'anno è stata scelta da 12 milioni di turisti con un giro d'affari di 9,6 miliardi di euro.
Il panorama è variegato, «noi siamo attorno a un incremento del 5-6%, un giornaliero costa circa 50 euro», calcola Bonaventura Margadonna, presidente consorzio Skipass Alto Sangro, 40 chilometri di piste tutte innevate artificialmente. «Siamo aperti da primi di dicembre e sta andando benissimo. Dal 26 dicembre sono arrivati turisti da tutto il centro-sud, siamo una metà affezionata per gli sciatori dal Lazio alla Sicilia. Certo, siamo in attesa che qualche perturbazione ci aiuti», è la speranza. Condivisa da Andrea Formento, direttore generale del comprensorio Val di Luce nell'Appennino tosco-emiliano. «Siamo partiti con il ponte dell'8 dicembre. Affluenza ottima e perfette condizioni delle piste grazie all'innevamento naturale e a quello programmato», spiega. Poi è arrivato il caldo anomalo, «ora sono in funzione la seggiovia Sprella e un campo scuola, ma per dare una risposta positiva a una situazione economica non facile abbiamo bloccato i prezzi». L'Appennino, esorta Formento, «richiama il governo a un'attenzione particolare, siamo la montagna che soffre un po' di più. Grazie ai ristori ottenuti l'anno scorso abbiamo investito sull'innevamento programmato e la destagionalizzazione. Però siamo sempre in emergenza».