Margherita Agnelli fu «esclusa» dall'eredità del padre, Gianni Agnelli, perchè la famiglia decise di «far transitare» il patrimonio «direttamente in capo a John Elkann». È la tesi che la procura di Torino ha rilanciato nel quadro dell'inchiesta che ruota intorno ai lasciti dell'Avvocato. Lo si ricava dal decreto con cui i pm hanno rinnovato il sequestro del materiale raccolto l'8 febbraio dalla Guardia di finanza durante una perquisizione.
L'accordo
Nel 2004, un anno dopo la morte del padre, Margherita firmò un accordo con il quale rinunciò all'eredità in cambio di beni per un miliardo e 275 milioni di euro.
Eredità Agnelli, la vita in Italia di Marella: i diari della segretaria smentiscono gli Elkann
La ricostruzione
L'intero blocco dei documenti è considerato «rilevante ai fini dell'indagine in quanto afferente all'origine della decisione presa dalla famiglia Agnelli di far transitare l'eredità di Giovanni Agnelli direttamente in capo di John Elkann, escludendo la figlia Margherita, e che poi si è estrinsecata nelle condotte oggetto di indagine». A interessare i magistrati è la ricostruzione del patrimonio riconducibile a Marella Caracciolo, la moglie dell'Avvocato, per capire quante tasse avrebbe dovuto pagare in Italia negli anni di imposta compresi fra il 2015 e il 2019. Uno dei punti su cui i pm intendono indagare, sempre ai fini del trattamento fiscale, tocca la composizione di 'Dicembrè. Ci sarebbero infatti delle «opacità» da chiarire e, in particolare, «il titolo giuridico di possesso delle quote da parte di Marella Caracciolo». Dalla differenza fra «usufrutto» o «nuda proprietà» deriva infatti un diverso obbligo di dichiarazione delle imposte.