Sorpresa amara nell’uovo di Pasqua. In ben 324 pasticcerie e laboratori dolciari sparsi per l’Italia, ossia più di un’azienda su tre tra le 840 ispezionate dai Nas, sono state riscontrate irregolarità. Colombe e uova di cioccolato prodotte industrialmente ma spacciate per artigianali e vendute a un prezzo superiore, o scadute, in alcuni casi addirittura da anni; per non parlare di ingredienti e semilavorati conservati in ambienti umidi e «con infestazioni di roditori». I blitz prefestivi dei carabinieri per la Tutela della Salute hanno portato alla contestazione di 574 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 425 mila euro, e il sequestro di due tonnellate di alimenti, per un valore stimato in oltre 267 mila euro. Sono stati sei i titolari di negozi deferiti all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio, con contestuale sequestro di oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”. A causa di «gravi situazioni igieniche e strutturali» sono stati disposti 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività commerciali e produttive, stimate in un valore economico superiore a 5 milioni di euro.
Controlli dei NAS: sequestrate 2 tonnellate tra Uova di Pasqua e prodotti dolciari
I casi
Nel laboratorio di una pasticceria della provincia di Bergamo sono stati trovati 70 chili di cioccolato e 90 chili di prodotti dolciari scaduti, anche da alcuni anni, e con indicazioni non conformi sugli ingredienti usati per la produzione.
Boom a tavola
Soddisfatta dell’operazione la Coldiretti. «Con quasi sette italiani su dieci (69%) che per Pasqua portano in tavola la colomba e un altro 63% che acquista uova di cioccolato, è importante l’operazione dei Nas. Le frodi a tavola - sottolinea la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale - sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Un comportamento che mette a rischio la salute dei consumatori e fa concorrenza sleale agli imprenditori corretti».
Quest’anno la colomba vince sull’uomo al cioccolato: pesano infatti i rincari, a causa dell’incremento esponenziale dei costi del cacao, salito a 10mila dollari e più la tonnellata. Il tradizionale dolce da forno pasquale, ricorda la Coldiretti, è radicato soprattutto al Nord, dove verrà mangiato dal 75% dei cittadini, mentre nelle isole la percentuale scende al 61%. L’uovo, invece, sarà presente in media sulle tavole di 5-6 famiglie italiane (anche se nel Centro Italia è più ricercato e viene acquistato dal 71% dei consumatori). «La colomba classica o senza canditi - spiega Giorgio Panizza, consigliere d’amministrazione del gruppo “Il Gigante” - fa segnare importanti volumi di vendita con una crescita del 20%. Apprezzate anche le proposte con farciture al pistacchio, caramello salato, cioccolato bianco e amarene. Bene anche le uova per bambini e ragazzi (+8%), con particolare attenzione a quelle “griffate”».
È diventato un dolce nazionale (e non più strettamente campano) anche la pastiera napoletana, che sta facendo da apripista anche a due torte salate: il casatiello e il tortano, affiancati dalle pizze regionali al formaggio in diversi formati, come i calascioni ciociari, e dalla ligure torta pasqualina ai carciofi. Mentre fra i dolci regionali allargano il proprio spazio, tra gli altri, la fugassa veneta, la crescia marchigiana e la scarcella pugliese (un agnello di pasta di mandorle ricoperto di glassa e decorato con un uovo sodo).