Da Milano all'Engadina sulle tracce di Segantini

Ritorno dal bosco di Giovanni Segantini
di Marina Moioli
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 12:53 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 12:05
Artista simbolo di una grande cultura “di confine” Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei pi grandi pittori europei dell’Ottocento, non ebbe una vita facile. Nato ad Arco, in Trentino, alla morte della madre si trasferì a Milano dalla sorella maggiore e fu perfino rinchiuso al riformatorio Marchiondi per vagabondaggio, fino a quando, grazie al lavoro presso la bottega del decoratore Luigi Tettamanzi, riuscì a pagarsi gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera.



Nel 1886 si trasferì a Savognin, e tre anni dopo in Engadina. In Svizzera dipinse i suoi quadri dedicati alla poetica della Natura e della montagna, carichi di un’estetica personalissima e sentimentale che ha segnato la storia dell’arte. Morì a soli 41 anni, a causa di una peritonite, mentre stava dipingendo. La sua opera “Le due madri” nel 1891 venne esposta alla Triennale di Milano e sancì la nascita ufficiale del Divisionismo, la tecnica della suddivisione e separazione dei colori in singoli punti e linee.

Per capire l’importanza di Segantini nella storia dell’arte basta ricordare le parole del pittore Carlo Carrà: «Giovanni Segantini ha diritto a un posto durevole nella nostra memoria. È stato, a parte la teoria del divisionismo e ogni questione di tendenza, per molti anni il centro di attrazione della gioventù italiana alla quale noi appartenevamo; è stato l’eroe, l’idolo della nostra fanciullezza. Si giurava sulla sua arte come il vangelo della vera pittura moderna».



La mostra di Palazzo Reale a Milano



Se la sua vita fu soprattutto legata all’Engadina, la valle svizzera dove trascorse gli ultimi anni di vita e a cui dedicò i suoi paesaggi montani più belli, un ruolo altrettanto importante nella breve esistenza di Segantini lo ebbe Milano, sua patria d’adozione, dove abitò per 17 anni. E proprio Milano, dal 18 settembre al 18 gennaio 2015 gli dedica una grande retrospettiva, “Ritorno a Milano. Segantini. La mostra”, a Palazzo Reale, con 120 opere provenienti da importanti musei e collezioni private europei e statunitensi, dalla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano e dal Museo Segantini di Sankt Moritz.

www.mostrasegantini.it



Il Museo di St. Moritz



La mostra offre l’occasione per organizzare un tour sulle tracce del pittore. A partire dal Museo Segantini di St. Moritz, eretto nel 1908 come una sorta di monumento visitabile in memoria del grande artista. L’edificio circolare con la cupola imponente richiama la forma del padiglione progettato da Segantini per l’Esposizione universale del 1900, che avrebbe dovuto ospitare il suo “Panorama dell’Engadina”. Il progetto fallì a causa dei costi elevati, cosicché l’artista congiunse i due dipinti “La vita” e “La morte”, iniziati nel 1896, con il dipinto centrale “La natura”, in modo da collegarli in un’unica opera.

 A St. Moritz si può anche fare una passeggiata lungo il Sentiero Segantini, dove sono collocati sei tabelloni che forniscono interessanti informazioni biografiche e note critiche sulla vita e l’opera dell’artista. Il sentiero inizia di fronte all’Hotel Soldanella, prosegue al di sopra del Museo Segantini e termina in Via Somplaz, nei pressi della zona residenziale Suvretta.

www.segantini-museum.ch





Il Sentiero Segantini a Maloja



Cento anni dopo l’arrivo di Segantini in Engadina, a Maloja è stato allestito il Sentiero Segantini, ideato dai fotografi di Basilea Labahrd e Galli, che sono andati alla ricerca dei luoghi in cui Segantini dipingeva, documentandoli con la fotografia. Il sentiero, una splendida escursione di circa due ore, prevede 12 tappe. A ogni tappa, delle tavole illustrative informano su vita e opere dell’artista.

Il percorso inizia da Casa Segantini e dall’atelier annesso. La famiglia Segantini si era trasferita nell’agosto del 1894 nell’ex Chalet Kuoni e fin da allora la casa è di proprietà della famiglia. Gottardo Segantini, il figlio maggiore, anch’egli pittore, visse e lavorò nella stessa casa fino alla morte. La seconda tappa è un mulino glaciale, scelto da Segantini come sfondo del dipinto “La vanità”. La tappa successiva si trova all’inizio del Lago di Maloja. Su una pietra si trovano due tavole. Una riporta l’immagine del dipinto “Pascolo di primavera” e l’altra un dipinto di Giovanni Giacometti, l’amico di Segantini. Seguendo il cammino per Salecina si arriva prima al luogo in cui Segantini dipinse il “Ritorno al paese natio”. Segantini, che era solito trascorrere l’estate a Maloja e l’inverno a Soglio, lavorava sempre all’aperto, estasiato dalla luce dell’alta montagna e dalla maestosità dei paesaggi. Sulla via di ritorno, in direzione Maloja, si raggiunge l’Aela. Seguendo un minuscolo viottolo ci si trova dopo pochi minuti di fronte a diverse tavole con la scritta: “Il mio atelier”. Proprio qui Segantini riceveva esperti d’arte, giornalisti e ospiti. Dopo la tappa al cimitero di Maloja, dove si trova la tomba del pittore, si incontra la Chiesa Bianca con la sua guglia rossa, ultima tappa del sentiero. E qui, volgendo lo sguardo verso Pitz Duan e il guppo del Bernina si capiscono le ultime parole pronunciate da Segantini: “Voglio vedere le mie montagne”.www.segantini.com



Il pacchetto turistico



Per chi vuole partire alla ricerca delle tracce di Segantini c’è anche uno speciale pacchetto turistico, di 3 giorni e 2 notti, che comprende pernottamenti, visite e trasferimenti fra l’Engadina e la val Bregaglia, da sempre terra di grandi artisti. Valido fino alla fine del mese di ottobre, a partire da 432 franchi svizzeri (circa 358 euro) a persona.

Informazioni e prenotazione:
 Bregaglia Engadin Turismo,
 tel. 0041. 81. 8221555, www.bregaglia.ch
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