In Slovenia lungo l’Isonzo, il cuore verde d’Europa

Le Gole di Tolmino (archivio LTO Sotocje)
di Sabrina Quartieri
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 21:52 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 16:25
“Arrivederci Isonzo, fiume caro alla patria”. La frase di un cartello sulla strada verso Venezia accompagna il viaggiatore nel tragitto di rientro verso casa. Alle sue spalle, chilometro dopo chilometro, il confine con la Slovenia si allontana, mentre la mente si riempie di ricordi legati al Paese che viene considerato il “cuore verde d’Europa”, per aver sviluppato il turismo in modo sostenibile. Nelle memorie di chi ha lasciato una piccola nazione scoperta da poco, riaffiorano con forza le immagini delle giornate trascorse nell’area di Bovec, anche detta “valle dell’adrenalina”; ancora, le istantanee di incredibili passeggiate fatte alle Gole di Tolmino, forre spettacolari - un tempo italiane – capaci di togliere il fiato; e poi, i sapori della deliziosa cena gourmet nella casa di campagna appena fuori Kobarid (per noi Caporetto), dove Ana Roš gestisce il ristorante che l’ha elevata a prima donna chef al mondo.

I pensieri si posano infine su un luogo di dolore, oggi chiamato “Sentiero della pace”, dove si concentrano trincee, cimiteri militari e cappelle della Prima Guerra Mondiale. La memoria storica, l’avventura e il gourmet sono l’anima della sorprendente Valle dell’Isonzo, Dolina Soče (in sloveno). Chiusa tra placide montagne puntellate di malghe che offrono letti di fieno come alcove, quest’area ancora incontaminata al confine con l’Italia sembra un unico grande bosco che si estende intorno a Bovec, Caporetto e Tolmino. Protagonista della vita della valle, il bellissimo fiume Isonzo, di un insolito colore verde smeraldo che colpisce e incanta. Famoso per la pesca a mosca della trota marmorata, il freddissimo “letto” che non supera mai i 14 gradi scorre da sempre tra cascate, rapide e strette gole.
 

Bovec, il centro dell’outdoor. Tra trekking, ciclismo e sport avventurosi, come il canyoning, il rafting o il parapendio, questa parte della Slovenia è un vero e proprio paradiso per gli amanti della vacanza attiva, della natura incontaminata, dell’aria pulita e delle acque cristalline. Fulcro della “valle dell’adrenalina”, il territorio di Bovec è situato nel Parco nazionale del Triglav e richiama, soprattutto d’estate, turisti da ogni parte del mondo. Per questo, tra le vie del paese sono tantissimi i tour operator specializzati proprio in attività più o meno estreme. Tra le proposte, imperdibile per gli impavidi la zipline più lunga d’Europa, composta di dieci cavi che regalano paesaggi mozzafiato e un bel po’ di batticuore. Gli amanti dell’acqua invece hanno l’Isonzo che li aspetta, per affrontare le rapide sul canotto o sul kayak; chi predilige il bosco e i piccoli torrenti, dovrà prima affrontare una faticosa salita per guadagnarsi l’esperienza esaltante di scivolare a valle tra rocce bagnate dall’acqua, cascate e grotte. Il parapendio e i voli panoramici sono un’altra attrazione della zona molto richiesta, come anche le passeggiate lungo i sentieri alpini, dove è d’obbligo fare tappa in una malga per assaggiare il saporito formaggio dalle pecore di Bovec, usato specialmente per la frika, un energetico piatto che si prepara anche con patate e guanciale.
 
A Tolmino tra sentieri, gole e ruscelli. Nominata “Città alpina dell'anno 2016”, la località più grande della valle si trova lungo la confluenza dei fiumi Isonzo e Tolminka. Una posizione ideale per regalare al visitatore un’indimenticabile escursione tra selvagge gole, che si trovano nel più basso punto di accesso al Parco nazionale del Triglav. Inaspettata presenza in questo contesto, una grotta intitolata a Dante Alighieri. Si racconta infatti che il “Sommo poeta” frequentasse questo posto come fonte di ispirazione per la stesura della Divina Commedia. Altra tappa consigliata nelle vicinanze, una chiesetta in legno consacrata ai caduti del Fronte dell’Isonzo durante il primo conflitto mondiale.

A Caporetto, città della memoria. Il miglior modo per approfondire la storia della Grande Guerra è visitare il pluripremiato Museo di Caporetto. Un luogo che fa parte del ben più ampio “Sentiero della pace”, il tragitto che ripercorre quello che un tempo è stato teatro di atroci offensive e di morte. L’intera area viene infatti preservata in memoria delle centinaia di migliaia di soldati caduti nelle battaglie tra l’esercito italiano e quello austroungarico. Lungo il percorso si incontrano fortificazioni, cimiteri militari, cappelle e diversi musei “a cielo aperto” che ricalcano le linee del fronte.
 
Tappa gourmet da Ana Roš, la migliore chef donna al mondo. Appena fuori Caporetto, in un’accogliente casa di campagna, la principale ambasciatrice del gourmet sloveno, Ana Roš, riceve ospiti internazionali da ogni angolo del Pianeta. Nominata dai “50 Bests” migliore chef donna al mondo per il suo Hiša Franko, la cuoca d’oltreconfine si cimenta in specialità locali interpretando con nuove ricette i piatti della tradizione. Per prenotare un tavolo – è già tutto pieno fino a settembre – bisogna chiamare per tempo. Da quando la serie di Netflix “Chef’s Table” ha dedicato un’intera puntata alla vita di Ana infatti, il telefono del suo ristorante ha cominciato a squillare e non ha più smesso. Ma c’è un altro pezzo di storia della Roš che nel frattempo si è aggiunto. O meglio, del suo compagno, padre dei suoi figli, nonché superbo sommelier. A Caporetto città è lui che gestisce un ambiente meno ricercato ma altrettanto autentico, un piccolo bistrot frequentato dalla gente del posto, dove i prezzi sono alla portata di tutti e i piatti quelli di una volta. Il locale inoltre è apprezzato per essere un ottimo birrificio artigianale. Una buona “bionda” all’Hiša Polonka è un “must” per i cittadini di Kobarid, che rinuncerebbero a tutto ma non a due chiacchiere all’aperto con in mano un boccale. Un rituale che si ripete ogni sera, quando finalmente arriva il momento di rilassarsi dopo una faticosa giornata di lavoro, per riconciliarsi con la pace e l’armonia di una valle che sembra incantata.
 
 
 
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