Incredibile Bilogora, la campagna croata che ricorda un angolo di Toscana

OPG Mihoci Maglenca a Veliko Trojstvo
di Sabrina Quartieri
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Lunedì 9 Maggio 2016, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 13:25

La prima sensazione che avverte un italiano quando arriva in Bilogora è quella di sentirsi come un po’ a casa. Le dolci colline dall’incredibile varietà di profumi e colori, i maneggi immersi nella natura e i tanti agriturismi disseminati nella regione croata ricordano infatti le bellezze della nostra Toscana. Ricca di sorprese, accogliente, genuina e fertile, questa terra che si è risvegliata dopo un lungo sonno, vale decisamente una deviazione da qualsiasi punto del Paese ci si trovi. Attenzione solo al tempo a disposizione: questo è il tipico viaggio fatto non tanto di luoghi, quanto di incredibili storie, stupefacenti perché inaspettate e insolite. Riservatevi quindi la possibilità di prolungare il soggiorno, per conoscere davvero le abitudini e le usanze di questo autentico popolo di campagna.

In Bilogora, basta sedersi al tavolo di un bar, per ritrovarsi in pochi minuti a parlare con un italiano della vicina Slavonia, che tira fuori all’improvviso un vecchio dialetto del Bellunese, quasi incomprensibile oggi, perché risalente a ben 140 anni fa. Quando alcuni abitanti della provincia veneta, circa cento famiglie, lasciarono la loro terra per raggiungere la Croazia agricola in cerca di benessere e lavoro. Ancora, può accadere di avere come guida un ex artificiere di Pakrac impegnato nell’attività di sminamento del Paese fino a qualche anno fa. Un uomo che oggi, proprio come la sua Croazia più a est, sta tentando di crearsi le condizioni per un futuro migliore, puntando sul turismo. Il riscatto di questa terra e del suo popolo orgoglioso, è simbolicamente rappresentato da quella fantastica scuderia di Lipik, dove vengono allevati i cavalli dal sangue barocco, detti “Lipizzani”. Eleganti, docili e mansueti, sono loro i figli di un'epoca segnata da una guerra sanguinosa. Triste e poco nota la storia dei loro genitori: un tempo splendidi esemplari, durante il conflitto dei Balcani furono rubati dai serbi e ridotti in miseria. Rientrarono in città malnutriti e maltrattati, solo a conflitto finito. Ma torniamo alla Bilogora e ai suoi tanti gioielli.


Per non perdersi niente dell’alchimia di questa regione, bisogna volare a Zagabria, affittare una macchina e partire senza meta, alla volta di un pezzo autentico di Croazia fatto di persone, di sogni e di desideri che spesso diventano realtà. Come il vecchio signore che da bambino non poté mai festeggiare il Natale, per la condizione di miseria della sua famiglia. E’ grazie a lui se oggi, tutti i croati, durante le festività possono girovagare tra milioni di luminarie, dolciumi, bancarelle e pupazzi di neve tirati su ad arte. Questo misterioso personaggio, infatti, dopo anni di duro lavoro all’estero, è tornato nella sua vecchia casa per regalare ai bambini quel sogno che lui, durante l'infanzia, non riuscì mai a vivere. Il parco con la sua Storia di Natale è diventato un’attrazione conosciuta in tutto il Paese. Incredibile ma vero, poco lontano da lì esiste un piccolo villaggio chiamato la “città dei colori”.


Difficile credere, se non andandoci, che proprio questa località abbia dato i natali a ben tre artisti. Lungo la strada principale di Bojana, uno di loro ha aperto la fantastica galleria Matesin, stracolma di tele, grandi e piccine. Ma non finisce qui: dietro la casa, c’è persino un anfiteatro che ricorda la Grecia antica, e pare che sia stato proprio l’affascinante pittore a tirarlo su con le sue sole mani. La prima cosa che dice ai visitatori la simpatica signora Gordana Marta Matunci quando varcano la soglia della casa-museo dell’Etno park di Veliko Trojstvo è di scavalcare lo stipite, senza poggiarci i piedi sopra. Un detto croato vuole infatti che solo in questo modo si possano evitare in futuro troppe sciagure. Seguendo gli aneddoti e le storie di Gordana sui vestiti, gli arredi e gli ornamenti presenti, si riesce davvero a fare un tuffo nel tempo, tra le usanze, i mestieri e le tradizioni del Paese, così com'era secoli fa. 


Per chi ha voglia di entrare in contatto con una vera famiglia lovara, i rom che di tradizione sono cavallari, può bussare alla porta di una Romska kuća del 1850. Unica nel Paese e di proprietà di una coppia di sposi, la casa custodisce un interessante museo delle antiche tradizioni rom, dove si può assaggiare una fortissima grappa alla lavanda; il fiore è il re assoluto dei campi tutt’intorno, e durante il periodo della fioritura regala agli occhi del forestiero uno spettacolare scenario dai colori viola e lilla, proprio come accade nella Provenza francese. Chi ama invece praticare attività all’aria aperta, può scegliere tra passeggiate a cavallo lungo le tantissime ippovie certificate della regione (il club di Veliko Trojstvo collabora con Engea di Milano), oppure salire in sella ad una bici e attraversare le ciclovie lungo i laghi abitati dalle carpe e le foreste di quercia punteggiate dalle storiche case dei cacciatori.


Non manca il relax, a portata di mano grazie all’elegante centro termale di Daruvar, con le sue antichissime acque solforose dalle molteplici proprietà benefiche, risalenti all’epoca dell’Impero romano. La stazione si trova in una ridente cittadina dove da secoli avviene il più goloso degli sposalizi: quello tra il vino e il formaggio, da provare nell’autentico scenario del castello del conte Jankovic, che domina la città dalla fine del ‘700. Da non perdere i calici di Riesling italico, Riesling e Sauvignon, da abbinare a gustosissimi pecorini dell’azienda Biogal. Su e giù per la regione, tra filari di vitigni e infinite distese di campi di grano, sono tanti i cottage (klet) fiabeschi e caratteristici, dove poter soggiornare. Su tutti, si consiglia l’OPG Vinia di Bjelovar, l’agriturismo di Sasha e sua moglie, dove ci si riesce a sentire davvero a casa per l’ospitalità dei deliziosi proprietari e la genuinità dei sapori.


E dove non mancano i comfort nelle stanze e una fantastica cantina di vini. Imperdibile, al ristorante, la bistecca di vitello ripiena di prosciutto e formaggio, impanata e fritta. Per le tappe gourmet, poi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. E provare i diversi piatti è un’esperienza, grazie alle oltre venti nazionalità presenti nella regione, ricchissima di influenze culturali, che si possono notare sopratutto nella gastronomia: se a Daruvar, c'è il “Terasa", per conoscere una vera cucina tradizionale ceca, a base di sughi agrodolci, knedle (gli gnocchi) ai crauti e dolci di pasta lievitata, a Garesnika si può assaggiare la più leggera frittura di carpe nel ristorante Kod Bake. Ma il piatto più consigliato dai proprietari Zdravko e Daniela, resta il cotechino affumicato con verdura dell'orto di stagione, unita alle patate lesse (prezzo medio dell’intero pasto, sette euro).


Ancora, all’OPG Mihoci Maglenca a Veliko Trojstvo, è impossibile resistere all’agnello cotto con la peka, la piastra con coperchio che si infila sotto la cenere; a conduzione familiare, questo agriturismo è rinomato per il formaggio fresco, la cotenna di maiale fritta (o cvarak) e il Buhtle, un dolce ripieno di marmellata di prugne tipico austroungarico (gli antenati dei proprietari arrivarono 200 anni fa dall’Ungheria proprio in questo paesino). La giovane Mirna, il weekend, delizia tutti i sui ospiti con vere prelibatezze fatte in casa. Tipiche, infine, anche le bevande, dall’aronia con mirtillo alla grappa al rosmarino (pranzo completo, 13 euro). A Kapela, dove si trova Vinarija Coner, vi attende invece un locale moderno, rilassante e dal design raffinato, e con una buonissima cucina tipica, rivisitata per dare un tocco "gourmant" alle portate.
Infine, ci si può concedere una fantastica degustazione di bottiglie nella sua cantina, che custodisce una collezione di vini da fare gola agli appassionati di etichette e del buon bere. Insomma, da un ristorante della Bilogora non si esce mai insoddisfatti, perché come insegna un vecchio detto croato sul cibo: se non è troppo, non è mai abbastanza!

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