«Banfi, c’è qualcosa che nel suo bagaglio non può mancare?
«Non posso viaggiare senza i miei santini di Padre Pio e la foto di Ratzinger, lui è il mio Papa, l’ho conosciuto e molto amato».
«Sarà capitato di dimenticarli.
«Mai, anzi sì e quando me ne sono accorto sono tornato subito indietro a riprenderli. Meglio perdere l’aereo che partire senza. Lo spazzolino lo dimentico quasi sempre, quelli mai».
Gli ultimi viaggi che le sono rimasti nel cuore?
«Gli ultimi due che ho fatto: quest’estate sono stato a Cannes dieci giorni e poi sono andato nella mia casa di Morlupo, un posto dove mi rilasso davvero. Si sta freschi, una meraviglia».
Perché ha scelto la Costa Azzurra?
«Si sta benissimo lì, c’è tutta la classe dei francesi e l’eleganza di un posto davvero superlativo”.
La riconoscono?
«A Cannes molto spesso».
La disturbano?
«Macché, sono contento quando qualcuno mi ferma per un autografo, una fotografia o anche solo due chiacchiere. Sulla spiaggia è un continuo: “A Linoooo”, io mi giro e mi godo l’affetto della gente».
Un ristorante sinonimo di vacanza?
«Visto che da pugliese sono itticodipendente le dico Astoux a Cannes, un posto dove c’è il miglior pesce che abbia mai mangiato, in particolare ci sono delle ostriche meravigliose».
L’albergo più bello?
«Senza dubbio il Four Seasons di Milano, bellissimo e molto elegante e in una posizione perfetta. Ci vado sempre con grande gioia. Posso fare un’eccezione e aggiungere un albergo di Roma?».
Eccezione ammessa.
«Al Parco dei Principi mia nipote fa la chef, è bravissima».
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