Umbria, la Città Ideale esiste ed è a Montegiove

La parte centrale de La Città Ideale di Tomaso Buzzi
di Luisa Mosello
4 Minuti di Lettura
Domenica 30 Agosto 2015, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 17:55

L'Umbria che non ti aspetti. Insolita, inedita, a tinte rarefatte, surreale. Sembra uscita da un'altra dimensione, quella del sogno, della creatività, della genialità senza schemi. Di un architetto-designer milanese molto famoso fra i vip negli anni Sessanta: Tomaso Buzzi collaboratore di Gio Ponti, scomparso nel 1981, che decide di comprare La Scarzuola una distesa di verde in cui campeggia un convento francescano. Si trova a Montegiove, nel comune di Montegabbione, in provincia di Terni ma non molto distante da Perugia. Il nome del luogo deriva dalla scarza, una pianta palustre che San Francesco utilizzò per costruirsi una modesta capanna nel 1218, quando arrivò in questo posto in cerca di un riparo. Proprio in ricordo del passaggio del Poverello di Assisi, alla fine del 1200 venne costruito il convento. Qui sacro e profano, natura e cultura, genio e sregolatezza, arte e kitsch convivono in perfetta armonia.

LA CITTA' IDEALE FRA SIMBOLISMO E PROVOCAZIONE

Qui l'architetto visionario realizzò la "Cittá Ideale" una specie di grande scultura teatrale, tutta in tufo, che pare sia stata più volte distrutta e ricostruita nel giro di una notte dallo stesso ideatore.

Un insieme di simboli e luoghi metafisici immersi nel verde. Un gioco di incastri materiali e ideali che quasi ipnotizza. I riferimenti letterari e filosofici sono testi particolari come l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna e la “Sforzinda” del Filarete. E i modelli, molto rielaborati, il Parco dei mostri di Bomarzo e il “Vittoriale” di Gabriele D’Annunzio.

UN GIARDINO INIZIATICO

Il risultato: un giardino ermetico-iniziatico che doveva rappresentare una sorta di autobiografia in pietra, volutamente incompiuta. Lui, l'architetto sempre in contatto con committenti di potere, così lo descrive: «Quando sono con voi sono vestito, e in cravatta; quando sono qui, alla Scarzuola, sono nudo, e questo voi non potete sopportarlo. (…) Pur vivendo, in mezzo alla gente del Bel Mondo quasi come uno di loro, e lavorando per i committenti in modo serio e professionale, in verità io vivo una vita di sogno, segreta, in mezzo alle mie carte, i miei disegni e le mie pitture, le mie sculture. E anche la Scarzuola diventa sempre più, in pietra viva, il mio sogno a occhi aperti, sempre più vasto, e complesso, e ricco di significati reconditi, di allusioni, di metafore, di ‘concetti’, di trovate, grandi e piccole, di segreti, di allusioni, echeggiamenti, fantasie, cristallizzazioni, incrostazioni, ricordi».

Andarci significa fare un percorso d’iniziazione neo-illuminista e lasciarsi disorientare da un labirinto di simbologie esoteriche e anche massoniche. Prima di entrare in questo mondo sopra e sotto-stante si costeggia un antro scavato nella roccia in cui si racconta che San Francesco abbia fatto sgorgare una fonte sacra. Di fronte, tre porte: quella della Gloria Dei conduce alla chiesa e al convento, quindi al divino; della Mater Amoris porta al vascello di cui Cupido è il timoniere; la porta della Gloria Mundi riporta al luogo di partenza, segno di vacuità delle cose terrene. Oltre la città-teatro con una serie di costruzioni simboliche.

VISITE GUIDATE FRA GENIO E SREGOLATEZZA

La visita é condotta dall'attuale, eccentrico proprietario della Scarzuola Marco Solari che accompagna i "meta-cittadini" come in un viaggio iniziatico, appunto, fatto di provocazioni, spinte più o meno intellettuali, spunti di riflessione o comunque di curiosità. Già arrivarci non é facilissimo, ma anche questo fa parte del gioco. Ogni luogo stra-ordinario va raggiunto con una qualche difficoltà. É un posto isolato, fra i boschi, occorre guidare su una strada sterrata, ma alla fine ne vale davvero la pena. Per chi arriva da Firenze-Roma: A1 uscita Fabro, quindi Fabro Scalo – Montegabbione, Montegiove , dopo un chilometro bivio sulla destra, strada bianca per circa 2 chilometri e seguire le indicazioni per “La Scarzuola – Secolo XIII”. Per prenotare le visite: tel. 0763-837463, info@lascarzuola.com