Terni, botte alla giovane compagna incinta: divieto di avvicinamento per il 26enne violento

Terni, botte alla giovane compagna incinta: divieto di avvicinamento per il 26enne violento
di Nicoletta Gigli
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Domenica 5 Maggio 2024, 08:06

TERNI - Aspettava la sua prima figlia quando il compagno ha cominciato a massacrarla di botte.

Lei, 26 anni, ternana, nonostante le ferite non l’ha voluto denunciare. Per mesi ha sperato che lui, coetaneo di origine siciliana residente a Terni da anni, potesse cambiare.

La ragazza ha sopportato a lungo le aggressioni fisiche, le offese, le minacce e anche le lesioni che ha curato da sola a casa perché non aveva il coraggio di rivolgersi al pronto soccorso dell’ospedale temendo che il compagno potesse finire nei guai.

La nascita della bambina non ha migliorato un quadro fatto di brutale violenza.

Lui, stando alle carte d’accusa, ha continuato a maltrattare la giovane compagna anche di fronte alla figlia in tenera età.

La vittima a un certo punto ha capito che non aveva vie d’uscita, che doveva solo chiudere con questa storia. Se n’è andata via di casa ma a questo punto l’ormai ex compagno, come da copione, ha rilanciato. Accecato dalla gelosia ha iniziato a pedinarla. La seguiva in continuazione, la tempestava di telefonate e messaggi, la minacciava.

Fino al giorno in cui la giovane ternana, temendo per la sua incolumità e per quella di sua figlia, non ha deciso di varcare la soglia della caserma di via Radice per denunciare il compagno violento.

Nelle carte il calvario della giovane donna, costretta per mesi a modificare le proprie abitudini di vita e a vivere in uno stato di angoscia e terrore. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura ternana, hanno seguito le regole previste per i reati da codice rosso. Sono andate avanti spedite con la fretta che si riserva ogni volta che è a rischio l’incolumità della vittima.

Un quadro pesante e grave, che ha convinto il giudice a firmare la misura cautelare nei confronti del 26enne siciliano, incensurato. Per lui il divieto di avvicinamento alla ex e ai luoghi che la donna frequenta. All’indagato il giudice ha disposto anche l’applicazione del braccialetto elettronico così da poter tenere  sotto controllo ogni suo movimento.

I carabinieri della stazione di Terni l’hanno raggiunto a casa per notificargli la misura cautelare.

E’ l’ennesima di una lunga serie di storie da codice rosso che ormai sono quasi quotidiane.

I dati ufficiali dicono che alla fine di ottobre la procura di Terni aveva collezionato qualcosa come 250 denunce per maltrattamenti e violenze in famiglia ma il trend di questi mesi restituirà numeri ancor più imponenti.  

«I militari delle stazioni ternane - ha detto il colonnello Antonio De Rosa in sede di bilancio di fine anno - si sono distinti per sensibilità e disponibilità, curando, sotto l’attento coordinamento della procura della Repubblica e in collaborazione con i centri antiviolenza, numerosissimi casi di donne vittime di violenza verbale, psicologica o fisica, che ricorrono sempre più spesso e con maggiore fiducia ai militari dell’arma per denunciare o avere consigli sulle proprie vicende personali».

In caserma c’è una stanza allestita dal Soroptimist per accogliere le vittime e i loro figli, costretti a convivere con scene di violenza che non potranno mai dimenticare.

E c’è personale adeguatamente formato per ascoltare chi non riesce a denunciare il proprio calvario.

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