La bellezza delle spiagge di Monte Pelio, sorseggiando un cocktail con Agatha Christie

La bellezza delle spiagge di Monte Pelio, sorseggiando un cocktail con Agatha Christie
di Foivos Papageorgiou
8 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Marzo 2015, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 17:49
Ci sono momenti, nel corso della vita, che nemmeno sceneggiatori di Hollywood sarebbero stati capaci di descrivere. Neppure sognando avrei mai potuto immaginare che, durante la mia breve vacanza ad “Ai Giannis”, al Pelio, avrei conosciuto la più celebre scrittrice di best seller gialli, Agatha Christie.



Devo anche ammettere che, senza la presenza della “Regina del delitto” sulle spiagge di “Papà-Nerò” e di “Plaka”, le mie nuotate sarebbero state da definire per lo meno noiose. A dire la verità quasi noiose, perchè le onde frangenti ed i racchettoni hanno in gran parte salvato la partita...



CONOSCENZA CASUALE A “PLAKA”

Il nostro incontro avvenne in modo strano e legato al romanzo che stavo leggendo in quel momento: “I Sette Quadranti”. Fu il mio primo giorno ad “Ai Giannis” e la mia compagnia decise di andare verso “Plaka” - a sinistra dietro la roccia, guardando il mare: oppure a destra, guardando… da dentro il mare. Non siamo andati neanche fino all’Eden Bar in fondo alla spiaggia: malgrado si dica molto frequentato da giovani, dubito che ci fosse gente in quei quattro giorni di vacanza.



All’ombra delle rocce e dei rami degli alberi, assorto nella lettura del delitto nella dimora signorile della campagna inglese “Chimneys”, mentre cercavo di capire finalmente il mistero dei “Sette quadranti” e inquadrare il caso (facile associazione di idee…), sentii una voce non più giovane dire: - È l’unico libro in cui ho cambiato idea sull’assassino! -. Lo shock che provai in quel momento mi sconvolse; mi ripresi subito, però e, grazie alla mia seppur minima esperienza di giornalista riuscii a modificare il timore, che si prova dinanzi ad una persona illustre, in desiderio di colloquio.



- Incantato di conoscerla, Lady Mallowan! - esclamai. - Mi permetta però di non esprimere un’opinione riguardo l’assassino, perché sono ancora circa a metà strada.



La conversazione che ebbe luogo in seguito, per circa mezz’ora, riguardò le sette sveglie posate sulla mensola del camino dopo la morte di Gerry Wade e se queste potessero svelare il colpevole o se invece avessi dovuto dare più importanza ai personaggi.



- Studiando i personaggi di sicuro si aprono molte porte, tuttavia gli oggetti sono quelli che rivelano cosa c’è di nascosto - disse in modo enigmatico. Si rinfrescò il viso con l’acqua della sorgente e mi fece l’invito: - Possiamo incontrarci alle 10:30 al “Pàralos” per uno sherry, che ne dice mio caro? Ma, per l’amor di Dio, non arrivi in ritardo.



- Con piacere - risposi sorridendo, mentre pensavo quanto sono formali questi Inglesi.



L’ INCONTRO AL “PÀRALOS”.

Anche se rinomato, “Ai Giannis” non è però la Mecca della vita notturna. Due o tre bar in tutto, e fra questi il più famoso e il più frequentato è chiaramente il “Pàralos”. Sotto platani centenari, vicino al lungomare e alla chiesa del paese, il locale, che sfrutta ogni centimetro della bellezza naturale del posto e offre squisiti cocktail, è la soluzione più indicata per un’uscita serale o per un caffè.



Seduto sul terrazzino della mia camera, molto emozionato all’idea di dover brindare con Agatha, pensavo intensamente ai personaggi che si trovavano al castello e mi domandavo anche chi potesse nascondersi dietro il misterioso signor “Sette” della società segreta di Londra. Al momento però, lasciai perdere tutto e mi affrettai all’incontro. Com’è noto, ai Britannici non piace qualsiasi ritardo...



La creatrice di Ercole Poirot e di Miss Marple stava già bevendo il suo primo liquore quando arrivai al bar. Ansante, i 76 gradini tolgono il fiato in discesa e tanto più in salita, mi misi a sedere vicino a lei su cuscini a colori vivaci e molto confortevoli. Ero deciso a non bere di nuovo birra.



Ha mai assaggiato il caipiroska alla fragola mio caro? Una bibita straordinaria.



Aprii la lista dei cocktails e scoprii cosa c’è in quella famosa caipiroska: vodka, sciroppo di fragola, zucchero di canna, lime e naturalmente fragole a pezzetti. Parola chiave, la vodka, e ammetto che durante il mio soggiorno ad “Ai Giannis” quella bevanda color porpora, è stata la mia preferita, malgrado il suo prezzo salato.



- So che ardi dal desiderio di avere informazioni su Jimmy Thesinger e Bill Eversleigh. Però, prima di tutto, vorrei accennare a una cosa molto interessante che ho scoperto durante il mio soggiorno qui. A parte il fatto che questo locale è il paradiso dei sedicenni, ho notato anche che il 90% degli adulti è accoppiato. Ovviamente è strano vedere tante coppiette e mi domando cosa fa una persona della sua età da queste parti.



- Molto significativa la Sua osservazione e troppo logica la Sua domanda, però, come succede nei Suoi romanzi di 80 anni fa, anche oggi i giovani hanno bisogno di rilassarsi, distendersi con un buon drink. È quasi penoso dover scoprire dietro ogni bella ragazza ... “un vampiro”... a volte però la fortuna sorride a chiunque e ovunque...



Sul punto di raccontare come un membro della nostra comitiva avesse conosciuto la sua bella sulla spiaggia il pomeriggio stesso, notai che Agatha non mi seguiva più e conversava con il proprietario del bar, lamentandosi che la musica si sentisse appena.



- Ci denunziano continuamente, non possiamo fare altrimenti.



- Capisco - rispose, e girandosi verso di me disse: - Giovanotto, domani vorrei visitare la spiaggia di “Papà- Nerò”: a esser sincera, sono convinta che la Sua compagnia sarà molto più gradevole di quella delle mie anziane amiche. Domani alle 11:00; è d’ accordo? le parlerò anche del ruolo di Loraine Wade nella trama dei “Sette Quadranti”.



- Con molto piacere! Era ora di berci un’altra bibita, all’eccezionale sapore di fragola.



LA GITA A “PAPÀ- NERÒ”

L’alcol bevuto m’impedì di andare avanti con la lettura del romanzo la notte stessa. Quando l’indomani, davanti al tradizionale forno a legna, l’incontrai, fiera del suo cappello messicano, Agatha non esitò a mostrarsi entusiasta di questo contrattempo, che le risparmiava un’ulteriore conversazione sul suo libro. Così parlammo della poca gente ad “Ai Giannis” - mentre altre volte era affollato - e mi disse anche che preferiva stare al campeggio locale, ma le era stato impedito dalla sua amica. La signora Hokespeen, prοprietaria di stanze in affitto sul mare, le faceva avere l’appartamento più luminoso e fresco.



- Qui vivono anche bambini di 2 mesi, - mi fece segno, attraversando il ponte oscillante stile Calatrava davanti al campeggio. - Bellissimo sentirsi in piena natura, però...



- Su questo punto non sono d’accordo con Lei cara Lady, non vorrei però dirle il perchè.



- Propongo di andare al di là degli ombrelloni, sotto l’ombra delle rocce.



- È esattamente il posto dove pensavo di portarla.- Non saprei dire se alla scrittrice piacquero i frangenti, che per circa due ore continuarono ad abbattersi furiosamente sulla riva. Per me, però, fu un vero godimento. Perdere il controllo, sentirsi quasi annegare per qualche secondo è veramente sorprendente -, le spiegai. - Le piace il pericolo giovanotto, è una cosa adatta alla sua età. Vedo anche i ragazzi che nuotano a Brighton. Personalmente mi piace di più la profondità dell’acqua.State attenti, però: le onde trascinano su scogli nascosti-. - Credo che la sensazione di essere sott’acqua sia bellissima, soprattutto dopo aver bevuto alcol e mangiato.



- Mi stupisce! Ma questo sentiero che cos’è? l’insegna scrive “Damùhari”. Alla fine della spiaggia c’è una stradicciola che, dopo un percorso di 20 minuti, sbocca su “Damùhari”. Il posto è bello, come pure il mare.



Si era già fatto tardi, così preferimmo visitare una piccola spiaggia, quasi privata, dove una giovane coppia si godeva il sole e le meravigliose acque della piccola baia.



- Sarebbe piuttosto pericoloso trovarsi qui da soli dopo il tramonto - osservò.



- Lo sciacquio del mare mi ha stuzzicato l’appetito. Che gliene pare, di visitare quella bella trattoria sotto il platano.



-Le sue proposte sono molto interessanti, e, se mi permette, non credo che abbia bisogno del profumo del mare per sentire fame. Allora andiamo. Ah! Le ricordo che domani mi ha promesso di farmi conoscere i suoi amici.



UN GIORNO ALLA SPIAGGIA DI “AI GIANNIS”.

Tutti i ragazzi erano in attesa di fare il bagno con Agatha. Però, sin dai primi momenti del suo arrivo, si vide che era di cattivo umore.



- Il baccano del bar al porto (Kavos) non mi ha lasciato dormire. Veramente, non so cosa succeda, lì.



- L’intensità dei suoni non è proporzionale alla poca gente che frequenta il locale - le rispose un amico che aspettava che io finissi con le mie domande sui sette orologi per giocare a racchettoni.



La Lady non cambiò umore nemmeno quando le dissi che ero arrivato al punto in cui il commissario Battle cerca i bastoni da golf al castello di “Chimneys” e nello stesso tempo sospetta che l’assassino dei Wade e di Ronny Devereux debba essere mancino. La prova: il guanto che è stato trovato quasi bruciato al castello. Qualcuno, la sera stessa, ha tentato di rubare la formula di un prezioso metallo del professore Eberhard. Si diceva che fosse coinvolto un tedesco. Ma chi è quel signor “Sette” che dà ordini e del quale la signorina Bundle aveva notato l’assenza a tavola, quando si era nascosto al club “Sette Quadranti”? -



Preferisco godermi la salsedine e lei faccia pure dello sport insieme al Suo amico - mi disse Agatha con un’occhiata significativa.



Dopo due ore di gioco e Lady Agatha arrossata dal sole, non ne potevo più. Gridai verso il mare: - Non è giusto che eviti le mie domande. Alla fin fine è Lei la scrittrice.



Sorridendo si girò verso gli ombrelloni e le sedie a sdraio deserte ed esclamò: - Le sedie a sdraio sono del tutto inutili, direi morte; chi è disposto a pagare per sdraiarsi all’ombra? Dia un’occhiata alle famiglie intorno. Ognuna con il suo ombrellone e seggiolini. Lei tiene il Suo racchettone con la mano sinistra in modo perfetto. Usa molto la mano sinistra, vero? -



La sua ultima osservazione mi fece paura e decisi di stare lontano per il resto della giornata. Più paura ancora mi fece la conversazione che aveva intavolato con il resto della comitiva: sorrideva a tutti, gettando a me, di tanto in tanto, degli sguardi burberi.



JIMMY THESINGER AD AGIÒKAMBOS.

Sfortunamamente, non ho più avuto l’occasione di incontrare Lady Agatha; di pomeriggio se ne andò a Tsagarada per affari… da donne e noi saremmo partiti l’indomani. I ragazzi erano entusiasti di lei e l’ultima notte al “Pàralos” fu infatti “La serata di Agatha”. Sorseggiando i nostri cocktails preferiti parlammo a lungo di quella signora intelligentissima, abituata a tenere tutto sotto controllo. Mi restavano altre 50 pagine per finire il libro. Non mi diedi troppo da fare, come avrebbe fatto Poirot. Sapevo già che il mistero si sarebbe sciolto l’indomani ad Agiòkambos. Stavo lì seduto ad ascoltarli, disinvolto, bevendo la mia, ormai preferita, bibita alcoolica.



Né Sir Coote, né il rimbambito George Lomax, né la Contessa Radzky. I colpevoli erano l’intraprendente amico delle vittime Jimmy Thesinger e Loraine Wade, la sorellastra di Gerald. I “Sette Quadranti” si rivelò un’associazione dilettantesca, che aveva lo scopo di promuovere gli interessi britannici, e il signor “Sette” era il Commissario Battle in persona.



Finalmente tutto fu svelato. Sotto il solleone della spiaggia di Agiòkambos mi tuffo nell’acqua. Venuto a galla, sento il suo caldissimo respiro, più caldo dei raggi del sole. Agatha Christie è dappertutto. Ci spia dall’alto. Credo sia giunto il momento di leggere un altro suo romanzo: solo così potrò liberarmi di lei.
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