Lorenzo, un italiano "cittadino" dell'Oceano Indiano

Lorenzo, un italiano "cittadino" dell'Oceano Indiano
di Alessandro Di Giacomo
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:21
La sua fotografia mentre libera con un coltello una megattera impigliata in una rete da pesca lungo le coste del Kenya è da brividi: “Era il 14 ottobre 2008.

"Quando ci avvertirono di quella povera bestia condannata ad annegare saltammo immediatamente sul gommone e raggiungemmo il punto al largo di Malindi. Sul posto non esitai e mi buttai per capire se potevo fare qualcosa”. E la fece, eccome: “Con sorpresa scoprii che accanto alla balena c’era anche il suo cucciolo di circa 4 metri, per fortuna libero. Non mi persi d’animo e nonostante quel bestione di oltre 13 metri fosse piuttosto spaventato e nervoso, presi a tagliare e tagliare, finchè non la liberai”.



Lorenzo De Ponti è un sub professionista che opera in Kenya dal 2002, dopo aver solcato gli oceani dell’Africa Orientale. Di quel salvataggio ricorda momenti esaltanti: “Potevo restare impigliato anch’io nella rete a causa dei furiosi movimenti della balena, rischiando che mi portasse a fondo, ma non mollai e ad un tratto capì che ero lì per lei e così, in qualche modo, collaborò. Potete non crederci, ma anche il cucciolo si posizionò in modo da consentirmi di strappare la rete senza pormi ulteriori intralci. Vederla poi riprendere il largo fu una delle emozioni più grandi della mia vita. Pensavo fosse spacciata, quando arrivammo stava anche trascinando tre barche di pescatori Bajuni rimaste attaccate alla rete assassina. Nulla faceva pensare che ce l’avremmo fatta, ma andò bene”.



Potrebbe bastare, ma non è tutto. Il sub Lorenzo ha contribuito a posizionare le formazioni coralline del Kenya al quarto posto al mondo di questi ecosistemi marini per la classificazione dei Nudibranchi, un piccolo animale che varia dai pochi millimentri a 30 centimetri di lunghezza, con magnifiche livree colorate e fantasiose. Prima del Kenya per osservare queste forme di vita ci sono solo le barriere dell’Indonesa, dell’Australia e delle Filippine. “Iniziai a fotografare l’ambiente marino di ripiego alle immersioni per accompagnare i miei ospiti. Poi, pian piano, l’attività mi appassionò sempre più. Fu così che mi concentrai sulla catalogazione dei Nudibranchi, sottordine del molluschi dell’ordine Opisthobranchia”.



Nella zona tra Kilifi, Watamu e Malindi se ne contano quasi 410 specie diverse, la maggior parte delle quali De Ponti ha fotografato e pubblicato sui siti specializzati. “Descrivere la bellezza di questi piccoli animali è impossibile. La varietà del loro aspetto è incredibile, la particolarità della loro vita è unica. Hanno sistemi riproduttivi ermafroditi, meccanismi di difesa fenomenali, capacità di autonomia alimentare originali: personalmente ne sono affascinato e qui vengono sub da tutto il mondo per condividere questa esperienza unica, oltre che per le consuete immersioni”.



L’attrezzatura per cogliere questi stranissimi aspetti di vita marina è quella consueta per le immersioni nei mari tropicali, serve in più soltanto una macchina fotografica adeguata. Dice Lorenzo: “Ormai col digitale è tutto più semplice. Io uso una macchina scafandrata, con lenti addizionali e flasch. Nulla che non si trovi sul mercato, poi però occorre sapere dove andare a cercarli in questa vasta area nei fondali tra i 4 e i 35 metri”. Lorenzo De Ponti , classe 1948, “cittadino” dell’oceano di origini trevigiane, nel 1971 lasciò la natìa Etiopia dal porto di Massaua per raggiungere l’Arabia Saudita con una barca a motore che doveva essere spostata a Gibuti attraverso il Mar Rosso: “I casi della vita, doveva essere un viaggio ed alla fine restai lì per oltre 20 anni. Poi il Kenya”. Ma di tutte queste avventure, la passione per questi piccoli animali marini lo coinvolge maggiormente: “La ricerca fotografica è assai impegnativa. Trovare nuovi Nudibranchi è come scalare una piramide: si pensa ce ne siano migliaia di specie, ma non penso che qualcuno sappia esattamente quante siano. Se ne trovano continuamene di nuovi, tanto che alcuni biologi americani hanno iniziato uno studio del DNA di questi organismi per appurare con certezza le nuove specie”. In un mondo che cambia continuanente, secondo De Ponti anche il diving è cambiato: “Una volta si veniva qui solo per i grandi incontri: megattere, squali balena, mante ed altri pesci particolari. Ora si cerca qualcosa di più e di diverso. Noi sappiamo dove portare gli appassionati per renderli felici. Ricordo più di tutti un americano di origini coreane che riuscì a fotografare oltre 70 specie diverse di Nudibranchi in una sola settimana di immersioni: era contemporaneamente un uomo felice e un sub appagato”.