Megapolis Dubai

Megapolis Dubai
di Marco Iaconetti
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Venerdì 8 Agosto 2014, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 14:21
È notte fonda ed aspetto il check-out nel moderno aeroporto di Dubai, aspettando in fila insieme ad innumerevoli persone provenienti dalle più svariate nazioni, parlando nel frattempo, con una distinta signora inglese che mi mostra il bel regalo che ha acquistato per la nipotina che vive insieme alla sua famiglia negli Emirati Arabi. Mentre ascolto il suo discorso, cerco di immaginare cosa mi aspetta in questa moderna "polis" contemporanea, e gli annunci degli spot che tappezzano gli eleganti muri che si alternano alle leggere vetrate, rette da esili pilastri in acciaio, mi danno già la sensazione di trovarmi in un paese che mi regalerà delle forti emozioni

Ho raggiunto finalmente il mio sogno: quello di essere nella terra degli emiri per potermi confrontare con la città più tecnologica del mondo, dove l'ambizione umana, le sue innumerevoli risorse ed una piccola dose di geniale follia, hanno creato una città unica ed irripetibile.

Raggiungo l'hotel e belle ragazze asiatiche, mi distribuiscono gentili sorrisi, porgendomi la fattura per detrarla dalle mie tasse, pensando che anche il mio paese abbia lo stesso elastico sistema fiscale che invece qui agevola gli investimenti. Mi rifiuto spiegando il perché, e mi fissano come se dalle mie labbra fossero uscite delle parole a loro incomprensibili.

Già dall'inizio della mia permanenza, la due parole che sento ripetere continuamente ed a cui piacevolmente mi dovrò abituare sono: "Più grande". Ogni realizzazione, dall'aquarium ad un centro commerciale fino ad arrivare ad un grattacielo, sono menzionati come tra i più ampi del mondo o della penisola arabica.

Dalla fantascientifica metropolitana di superficie che sfreccia rapida e che detta legge sul mio viaggio scandendo con precisione i giorni della mia visita, riesco ad arrivare nei luoghi di visita che mi ero prefissato. La sua dinamica forma coniuga un design elegante e dinamico con una struttura che mi ricorda quella di una conchiglia.

Per errore salgo sul primo vagone, mi siedo accanto ad una giovane ragazza adornata da un colorato chador e non mi rendo conto della gaffe fatta, perché lo scompartimento è solo per donne mussulmane accompagnate da bambini. Il giovane poliziotto, sulla piattaforma, in un impeccabile divisa verde mi sorride indicandomi di spostarmi, unitamente alla simpatica ragazza che conscia di essere ignaro dello sbaglio compiuto mI indica il cartello con su scritto l'indicazione che si era nascosta alla mia vista.

Capisco proprio dall'accaduto, che Dubai pur essendo una teocrazia, non disdegna ospitalità da parte delle istituzioni e del suo popolo, che se pur differenti dalla cultura occidentale ha creato un forte anello di congiunzione con quest'ultima rendendo più salda l'integrazione multietnica.

Si materializzano davanti ai miei occhi le bellissime costruzioni che hanno reso famosa Dubai, come il più celebre Burj Khalifa, che è stato realizzato quasi a voler mostrare le forza del paese, che in questa giornata così afosa non mi permette di vedere la sua cima, che sembra perforare le nubi tanto sia alta, creandomi un fastidioso torcicollo. Ma Dubai Marina, archetipo della più esaltante visione urbanistica contemporanea, dove con sapiente gioco di lussurioso verde, che sembra pressoché far dimenticare che siamo in pieno deserto, la città si mostra per tutta la sua bellezza, e le eleganti passeggiati marmoree insieme agli specchi d'acqua animati da entusiasmanti giochi acquatici che compenetrano la terra ferma, mi creano un senso di disagio tanto siano imponenti.

Eppure, in questa città, oramai pubblicizzata più di ogni altra, c'è il piacere di tornare bambini, di godersi a pieno le gioie della vita che difficilmente altre città offrono come invece accade qui, ed infatti nella zona di Palm Jumeirah, dove l'hotel Atlantis sembra accogliere i visitatori con il suo arco dalla forma arabesca un grande parco acquatico, enfatizza un ritorno ad una spensieratezza unica. Il più grande ippodromo al mondo, retaggio della passione culturale araba per i cavalli, i delfini ed una svariata fauna marina, diventano così un diversivo non solo per i più piccoli, ma anche per i loro famigliari che probabilmente, come capita anche a me, si divertono più dei loro giovani figli, non ammettendo a loro stessi che nonostante tutto un adulto non è altro che un bambino gonfio d'età.

La mia vacanza negli Emirati è terminata, con l'ultimo giorno di mare nelle oziose artificiali spiagge arabiche, ed è dura tornare al lavoro dopo aver vissuto a pieno il gioiello arabo Dubai, faccio, dunque mestamente la fila per il check-in ed un cortese addetto, mi saluta in italiano, dicendomi che ama il nostro paese e la nostra storia, ma augurandomi però non un buon rientro in patria, quanto un futuro ritorno nella sua bella metropoli, consiglio che sicuramente seguirò.

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