Andermatt e The Chedi: come ti ridisegno un villaggio alpino

Una veduta serale della conca di Andermatt
di Marco Berchi
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Lunedì 3 Marzo 2014, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 23:57

Che effetto farebbe uno chalet alpino su una spiaggia indonesiana? La domanda un po’ impertinente si affaccia all’interno del nuovissimo e attesissimo Hotel The Chedi di Andermatt, in Svizzera, talmente notevole è l’impatto con un’architettura dalla personalità forte in cui — simmetricamente rispetto alla nostra domanda — stili e caratteri asiatici e quasi zen si coniugano con materiali e forme tipicamente alpini e atterrano a 1500 metri di quota, in un paesaggio che più svizzero non si può.

E allora bisogna partire da qui, dall’ambiente, perché se ci si limitasse a recensire l’hotel si perderebbe il contesto di cui fa parte, che invece è essenziale.

Nel panorama elvetico, Andermatt (a due ore da Milano) non è una delle località top secondo la vulgata internazionale: non ha montagne famose a far da sfondo, non ha il glamour a volte un po’ affettato di altre stazioni. Le sue carte sono meno “banali”: è un posto dall’accesso non difficile ma severo nel suo ultimo tratto, in un crocevia di passi (e dei famosi treni rossi elvetici) che intercettano tutti i punti cardinali, è legata alle vicende storiche e moderne del Gottardo che di Andermatt ha fatto per secoli la fortuna e poi la crisi quando il tunnel ha tagliato i passaggi dal paese, presenta un ambiente di alta montagna senza smancerie e proprio per questo apprezzato da chi ama la montagna vera.

Se si aggiunge che sino a pochi anni fa è stata una delle location strategiche dell’esercito svizzero, che la “colonizzava” nel bene e nel male, si ha un quadro abbastanza preciso, che si completa con una passeggiata lungo le strade del centro abitato.

Si diceva dell’esercito che ha da qualche tempo dismesso la sua presenza limitandosi a un piccolo presidio. È stata una svolta nella vita della comunità locale e la citiamo perché da qui è nato un progetto che ha probabilmente pochi eguali nelle Alpi, che può far discutere ma che senza dubbio è molto significativo e di cui The Chedi fa parte.

Per farla breve, il governo svizzero invita ad Andermatt Samih Sawiris, classe 1957, figlio di Onsi Sawiris, patron tra le altre cose di Wind. Il businessman egiziano si innamora del posto, vede l’opportunità di un investimento, dialoga con la comunità. Morale: nasce la società Andermatt Swiss Alps (nel consiglio siede anche il locale ex campione di sci Bernhard Russi) di cui Sawiris è presidente esecutivo e azionista di maggioranza; le altre quote sono detenute da Orascom Development Holding AG, di cui lo stesso Sawiris è presidente.

A volte è bene soffermarsi su queste informazioni che aiutano a capire quali sono i motori dell’attività turistica. Ad esempio, non tutti sanno che Orascom è un colosso della costruzione e gestione di destinazioni turistiche integrate e Samih Sawiris — che per inciso è anche consigliere del Guggenheim Museum — ha una sua filosofia ben chiara: i resort devono seguire il modello di quello di El Gouna, sul Mar Rosso: non solo divertimentifici ma vere comunità che coinvolgano i residenti.

È appunto questo il modello che si vorrebbe applicare ad Andermatt e il governo pare crederci, avendo concesso a Swiss Alps, unica in Svizzera, una particolare esenzione che faciliterà gli investitori stranieri nell’acquisto di immobili. Che non saranno pochi. Il progetto appena agli inizi infatti prevede 6 hotel tra le 4 e le 5 stelle con complessive 844 camere, 490 appartamenti in 42 edifici, 25 ville private, strutture per sport e tempo libero, modernizzazione del comprensorio sciistico (ora di dimensioni medio-piccole) e soprattutto un campo da golf a 18 buche.

Una colata di cemento? Qui giurano di no: oggi non sono più i tempi dei guasti che, ad esempio, hanno segnato la conca del Breuil in Italia. A un team di 30 architetti da tutto il mondo è stato chiesto di tenere in primo piano la sostenibilità sociale ed ambientale del progetto. In pratica si vuole che il resort coinvolga un ridisegno complessivo del villaggio di Andermatt, dandogli una configurazione nuova per i prossimi 200 anni. Ed è probabilmente questo ad aver convinto la popolazione.

E l’hotel? La proprietà Orascom ne ha affidato la gestione e il brand alla General Hotel Management (GHM) che ha così aperto nello scorso dicembre la prima struttura The Chedi in Europa. Brand di lusso diffuso in Estremo Oriente in cui detiene numerose “properties” famose tra la clientela di alto lignaggio, The Chedi raccoglie la sfida di mescolare lo stile alpino chic con le sfumature, i colori e i motivi asiatici. Così le luminosità tipicamente orientali giocano con le decine di caminetti a fuoco vivo e le pannellature di legno scaldano l’algida e lucida sequenza di marmi.

La sfida è senza dubbio ardita ed è quella che caratterizza l’hotel. Tutte le altre amenities — dalla piscina da 35 metri alla efficiente Spa, dalla cigar room alla gestione delle apparecchiature in camera tramite iPad fornito al check-in, dal buon ristorante giapponese all’ottimo ristorante internazionale con cucina a vista, dal servizio interno di noleggio e preparazione sci alla cantina dei formaggi — tutte appaiono quasi scontate in una struttura di questo livello.

Resta da dire dei prezzi. Inutile cercare soluzioni low cost in un hotel di questo standing. Però, con un po’ di flessibilità sulle date e sfruttando le prenotazioni anticipate si possono trovare delle doppie (enormi…) a circa 450 euro a notte.

Info:

www.thechedi-andermatt.com/it

www.andermatt-swissalps.ch/it/home.html

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