Le spezie sono un must in Etiopia (e non solo) e con l’immancabile Injera, simile ad una piadina ma dalla differente consistenza (cucinata con i chicchi del cereale africano, tef e rigorosamente del diametro di 50 centimetri), si associa uno stufato. Si utilizza la mano destra, almeno se si vuole mantenere lo spirito africano ed è, appunto, il pane nazionale dell’Etiopia a sostituire le posate e a permettere di raccogliere piccole porzioni di pietanza. Se al ristorante ognuno ha il suo tavolo e il proprio piatto, in queste terre con un turismo dai numeri in costante aumento si mangia tutti insieme e dallo stesso vassoio, in un momento di grande condivisione e senza sedie.
Il tavolo è quello tradizionale intrecciato utilizzando la canna da zucchero. Gli sgabelli, invece, vengono preferiti durante la cerimonia del caffè, che si gusta con calma quasi fosse un quotidiano rito. Si sceglie la caraffa in terracotta, si inseriscono le spezie come chiodi di garofano e spesso zenzero e si versa nelle tazzine senza manico. Si tratta di una sorta di infuso d’acqua da provare più volte, a piccoli sorsi e con calma.
A Roma, la scelta tra ristoranti a tema è piuttosto vasta ma una delle vere istituzioni della cucina africana originale, è il ristorante Enqutatash (enqutatash.com). Qui si può trascorrere qualche ora in un ambiente in cui il tempo sembra essersi fermato e la preparazione del pasto avviene seguendo precisi rituali, con ingredienti genuini scelti tra i migliori presenti in Italia o direttamente in Etiopia (nel caso di specifici prodotti). Varcata la soglia del locale, si riscopre immediatamente l’arte dell’accoglienza etiope, accolti dal sorriso radioso di Giovanni, il proprietario, con una bellissima storia da raccontare. Di padre italiano e madre etiope, ha scoperto il nostro paese dopo l’adolescenza, quando si è trasferito e insieme alla moglie e alla famiglia ha deciso anni dopo di dedicarsi al cibo, quello del suo luogo di origine. In cucina, la sua compagna di vita, chef etiope di grande esperienza: Fasika. E’ attenta ad ogni dettaglio: le porzioni sono generose, i sapori non vengono coperti dalle spezie, i prodotti sono di prima scelta.
Da provare assolutamente il piatto della casa, Enqutatash appunto, che si consuma in due o anche in tre con un misto di assaggini di manzo, abbacchio e verdure sistemati sull’injera. Tra le offerte speciali, il sabato sera il buffet di cucina etiope ed eritrea, solo su ordinazione e per un minimo di 15 persone e il menù speciale Enqutatash a 14,90 euro che comprende antipasto cous cous e sambusa e un mix di assaggi di carne e verdure nello stile tipico della cultura etiope ed eritrea. Il Ristorante Enqutatash si trova in via della Stazione Prenestina 55/57.
Se mangiare è uno dei piaceri della vita e noi oggi con i mille nostri impegni ne abbiamo dimenticato l’importanza, basta spostarsi a due passi da casa per fermarsi un attimo a riflettere, gustando il meglio delle tradizioni africane, abilmente servite in un colorato e gustoso piatto.
Qualche altro indirizzo di cucina africana a Roma:
Aduliss in via Milazzo 1/C
Africa, via Gaeta 26-28 (https://www.facebook.com/pages/AFRICA-Ristorante-tipico-etiopico-eritreo/353926821365855)
Asmara, via Cernaia 36 (http://www.ristoranteasmara.com/)
Corno d’Africa, via Folco Portinari 7
Etiopia, viale Regina Margherita 239/a
Kilimanjaro, via Calatafimi 28/36
Massaua, via Montebello 28
Mesob, via Prenestina 118 (http://www.mesob.it/)
Sahara, viale Ippocrate 43 (http://www.ristorante-sahara.com/#/home-page)
Selam, via Riccardo Pitteri 39
Taverna del Mossob, via Prenestina 109
Zighini, via dei Monti di Pietralata 43
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