Il Monte dei Cocci: un tour speciale nel cuore di Roma

Il Monte dei Cocci: un tour speciale nel cuore di Roma
di Francesca Spanò
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 14:53

Monte Testaccio, detto anche Monte dei Cocci, a Roma, ha quasi un alone mitico soprattutto perché visitarlo non è facile. Occorre una guida e dei permessi particolari, per cui durante un giro nella Città Eterna finisce per rimanere tra i desideri irraggiungibili, almeno fino ad oggi. Arriva, infatti, una interessante novità proposta dal Ketumbar, situato nell’omonimo e storico quartiere proprio alle pendici di questo monte artificiale mai annoverato tra i colli della Capitale. Noto per il suo consueto brunch biologico del weekend, ma non solo, il locale è molto frequentato pure per le sue alternative proposte. Non ultimo, ad esempio, quelle dedicate agli ipovedenti o ai giovanissimi.

Un giro a Monte Testaccio: la storia, le curiosità

Il nome non è casuale perché deriva da “testa” e “teste” erano i frammenti di anfore. Quest’area, dunque, non era altro che una discarica di vasi dell’antichità che loro interno contenevano olio e arrivavano da tutto il Mediterraneo.

Non lontano, lungo il Tevere era stato costruito un Emporium, una sorta di porto utile per lo scarico delle merci: dai marmi, ai metalli, fino a tali manufatti in terracotta. Una zona commerciale sin dal III-II secolo a.C. Non bastava più il porto tiberino sorto vicino all’Isola Tiberina e sotto il Foro Boario e nacque il nuovo spazio per il quale servivano dei magazzini per la conservazione. Le anfore venivano svuotate, il contenuto smistato e spedito in altri quartieri o città del territorio romano e “l’involucro”, dunque, non serviva più. Quasi tutte venivano “riciclate” ed utilizzate per costruzioni riducendole a pezzi come mattoni o in polvere per impasti utili alla realizzazione di edifici. La dressel 20, piuttosto panciuta non poteva però essere impiegata in questo modo perché l’olio aveva intaccato le pareti. Per questo tale tipologia si sistemava in maniera metodica e i cocci si accatastavano l’uno sull’altro, in modo che potessero reggere nel corso del tempo.

Sotto il Mercato Testaccio, durante gli scavi, sono stati trovati dei reperti di anfore di questo genere con dei bolli laterizi che indicavano provenienza, tipo di olio e altri dettagli utili alla vendita. Prima di sistemarle sul monte, veniva spalmata su di esse della calce per assorbire l’olio in eccesso ed evitare i cattivi odori. La funzione di discarica è durata per circa 290 anni, dagli inizi del primo secolo fino al 250 circa. I pezzi si sistemavano a terrazza e anfore intere servivano, invece, come contenimento. C’era un progetto preciso pensato e controllato dai curatores.

Qui e nella pianura sottostante furono anche organizzati dei giochi pubblici in occasione del carnevale romano e simboleggiavano il Golgota durante il “gioco della Passione”, sacra rappresentazione legata alla Settimana Santa. A questa e alla Via Crucis si lega la croce in ferro posta alla sommità del monte nel 1914. Nel Seicento alla sua base furono create delle grotte per la conservazione del vino, mentre nell’Ottocento divenne location delle “ottobrate romane”. Dal XVIII secolo accolse le spoglie mortali di persone di religione non cattolica che non potevano essere sepolte in chiesa.

Il Ketumbar e il tour a tema

Uno dei locali più kids friendly di Roma, continua a proporre una sala dedicata ai piccoli ospiti e laboratori creativi al costo di 15 euro bevande escluse, 10 euro bambini (bevande escluse, assistenza compresa). Ottimi e particolari i dolci di Alessia serviti all’interno e la novità dell’angolo Bookcrossing, cioè “zona ufficiale di scambio” di libri magari già letti che non servono più e che chiunque può prendere gratuitamente. Oltre al dehor all’aperto con fiori di stagione quando fa bel tempo, il locale è socio Slow Food e valorizza i prodotti di eccellenza e i grandi classici della cucina romana, con libere interpretazioni culinarie ispirate ai prodotti del luogo.

Oltre all’offerta gastronomica ricercate, affianca un impegno sul territorio che quest’anno prevede la visita al Monte dei Cocci con brunch a seguire. Lo scorso anno era partito un progetto pilota con un evento che ha richiamato moltissimo interesse. Iniziative di questo tipo potrebbero moltiplicarsi nel tempo perché legate alla filosofia del ristorante.

Per partecipare a questo tipo di proposta, esiste un numero chiuso di 30 persone (non imposto dal Ketumbar), ma possono prendervi parte tutti, anche i bambini. La cadenza degli appuntamenti per ora è mensile e le date vengono pubblicizzate sui social o con il passaparola tra clienti. Il privato da solo non può andare al Monte Testaccio, per cui si tratta di una agevolazione unica che ha un costo di 25 euro più 4 euro di biglietto di ingresso. Una Roma alternativa che resta ancora più nel cuore di turisti e cittadini. Contatti: ketumbar.it tel. 06 57305338 info@ketumbar.it.