Lavoro o relax, ecco le mete migliori per fuggire

Lavoro o relax, ecco le mete migliori per fuggire
di Maria Lombardi
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Giovedì 17 Luglio 2014, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 13:49
Da sempre diciamo che l’Italia il posto pi bello del mondo. È il paese con la più grande varietà paesaggistica e climatica, è il paese che contiene la stragrande maggioranza dei beni artistici e architettonici… pensavamo veramente che un luogo così esclusivo potesse dare cittadinanza a 60 milioni di abitanti senza chiedere nulla in cambio?». La domanda se la pone ironicamente Claudio Bosaia, autore del saggio “Dove scappo? I migliori trenta Paesi verso cui espatriare per lavoro o per piacere”, la risposta ce la diamo noi italiani: il prezzo da pagare è il lavoro che non c’è. Che fare dunque? Parrebbe semplice, andarsene via. «Ma all’estero si sta davvero meglio?», si domanda l’autore.



ARTE E NATURA

La prima parte del saggio è appunto dedicata a sgomberare il campo dai luoghi comuni, alimentati dall’esterofilia: «Fino al 2011 la Spagna sembrava l’eldorado delle opportunità lavorative, poi si scoprì che il tasso di disoccupazione spagnolo era al 25%». Per evitare di cadere nel banalissimo detto secondo cui l’erba del vicino sarebbe sempre la più verde, Claudio Bosaia elenca tutta una serie di classifiche internazionali – di Eiu, Fmi, Hbsc, Ocse, Onu, Trasparency International, Unesco, Unicri e Wto – sui paesi in cui si vive meglio, sui paesi più felici, sui paesi più accoglienti, sui paesi migliori in cui nascere, sui paesi col più alto tasso di occupazione, sui paesi col maggiore Pil, sui paesi meno corrotti, quelli più pacifici, più visitati, sui paesi in cui si mangia meglio, con più beni naturali e artistici, col clima migliore, sui paesi in cui c’è meno criminalità e su quelli in cui ci si suicida di meno.



LA DISOCCUPAZIONE

Una vera e propria cavalcata di numeri che dà sostegno ai due capitoli centrali del libro in cui si elencano – fornendo molte indicazioni operative – da un lato i paesi migliori in cui trovare lavoro e star bene, dall’altro quelli in cui godersi al meglio la pensione. Facendo una media delle classifiche di cui sopra il paese più appetibile da un punto di vista lavorativo sarebbe la Norvegia e l’ultimo la Francia, in mezzo Australia, Spagna, Paesi Bassi, Usa, Danimarca, Svizzera e Canada; uscendo invece dalle classifiche, l’autore propone luoghi meno scontati quali la Nuova Zelanda, il Messico, la Thailandia e Singapore.



La Nuova Zelanda si presenta con un reddito pro capite di 32.000 dollari che rende superfluo ogni altro dato, nonostante il tasso di disoccupazione sia in leggera crescita. «In più la terra dei Maori detiene un grande primato: è il Paese che conta più pecore che cristiani. Perciò, se avete intenzione di lavorare nel mondo della pastorizia, siete nel posto giusto», chiosa l’autore con ironia.



Una sorpresa è invece il Messico che, secondo Hsbc, sarebbe il tredicesimo paese al mondo in cui è preferibile vivere grazie alla semplicità del sistema economico, al sistema sanitario che funziona e alla qualità dei rapporti umani, ma soprattutto perché è facile trovare casa e soprattutto lavoro: il tasso di disoccupazione è infatti solo al 5%, nonostante il paese possieda ancora delle importanti sacche di povertà.



In Thailandia ci sono molti lavori – per legge – di esclusivo appannaggio dei cittadini, ma se si riesce a ottenere un visto per non immigranti da parte di un’azienda locale si può fare quasi di tutto in questo paese che, secondo Hsbc, per qualità della vita, organizzazione sociale e prospettive lavorative sarebbe il secondo migliore al mondo. Ma la vera sorpresa è Singapore, «una città-Stato che grazie al commercio (è uno dei porti industriali più efficienti al mondo) e alla finanza risulta essere fra le economie più prospere del pianeta. I lavoratori esteri costituiscono addirittura il 33% della forza impiegata, una delle maggiori percentuali al mondo. Perciò l’ambiente lavorativo risulta versatile e cosmopolita, anche grazie alla presenza di numerose multinazionali», dice l’autore.



LOCALI SULLA SPIAGGIA

La guida pensa infine a coloro che, in barba a crisi e disoccupazione, hanno comunque deciso di rimanere in Italia e che, raggiunta la tanto agognata pensione, vorrebbero spenderla in luoghi in cui – per potere d’acquisto e qualità della vita – poterla sfruttare al meglio, cioè in stati che incentivino il trasferimento dei fondi pensionistici Inps.



Fra questi ci sono le Filippine (all’ottavo posto della classifica di Forbes e Hsbc sui paesi più accoglienti al mondo), il Vietnam (negli ultimi 10 anni è il quinto paese al mondo in fatto di crescita del Pil), l’Indonesia e la Tunisia (con entrambi i paesi esiste una convenzione bilaterale che consente di evitare la doppia imposizione fiscale), i paesi caraibici (in Venezuela è facile mettere su un’attività ristorativa in una delle tante spiagge, nella Repubblica Domenicana un appartamento davanti al mare costa meno di 300 euro al mese) e il Costa Rica (per il bassissimo costo della vita). Ma quale pensionato vorrà più andarci dopo quello che è successo ai mondiali di calcio?
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