Sì perché le proteste delle compagnie americane, hanno convinto il gruppo a fare marcia indietro. Il trolley in cabina, per ora, non avrà alcuna modifica riguardo ai centimetri concessi che restano 56 x 45 x 25 centimetri, contro i 55 x 35 x 20 che proponeva. Parliamo, dunque, di un meno 39 per cento.
La revisione non si farà anche se nasceva dall’esigenza di poter sistemare nella cappelliere dell’aereo un maggior numero di borsoni possibile, mentre in quasi tutti i voli ci sono problemi di tale tipo.
La Iata ha specificato che in fondo si trattava più che altro di consigli, ma per placare gli animi alla fine ha dovuto recedere dal programma “Cabin Ok”. A scendere in campo ci hanno pensato subito gli addetti alla A4A, l’associazione statunitense Airlines for America, appoggiata da alcuni politici.
Questa scelta avrebbe comportato non solo maggiori disagi per i passeggeri, ma anche l’esigenza di ricomprare dei bagagli più adatti alle nuove disposizioni. Nonostante da Iata continuassero a ribadire che non sarebbero state da subito obbligatorie tali norme, ma si trattava di suggerimenti per i vettori. Al momento quindi continueranno le liti tra coloro che non riescono a far entrare la borsa a bordo e sono comunque costretti a metterla nella stiva prima di decollare.
Ci sono compagnie però che hanno valutato la politica e hanno pensato di aderire. Si tratta di Air China, Azul, Pacific, China Southern, Emirates, Lufthansa e Qatar. Assolutamente contrario il gruppo che comprende tre compagnie aeree tra le più grandi del mondo, American, Delta e United.