Tre abbazie medievali tra le colline maceratesi

L'abbazia di santa Maria a pie' di Chienti, a Montecosaro Scalo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Marzo 2015, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 08:02
Tre abbazie medievali a distanza di circa 30 km l'una dall'altra, esempi di arte e testimoni di storia nel cuore della provincia di Macerata. A Rambona, vicino Pollenza, la chiesa di Santa Maria Assunta, in pietra arenaria, fatta costruire dall'891 dalla regina longobarda Ageltrude su un tempio pagano, si presenta in tutta la sua asciutta bellezza. Nell'anno mille venne rimaneggiata: in seguito le navate furono inglobate a civili abitazioni. Oggi si possono ammirare solo il presbiterio e la cripta sottostante, con cinque piccole navate a volta sorrette da colonne romaniche. Sulle pareti della parte superiore dell'abbazia, splendidi affreschi votivi che risalgono al '400.



A 18 km in direzione del mare, da percorrere lungo l'asse della statale 77, sorge, nel territorio di Corridonia, tra le verdi colline marchigiane e i campi di frumento, la chiesa di San Claudio al Chienti, edificio romanico le cui origini sarebbero del V secolo (con rifacimenti dell'XI): la leggenda dice che in questo sito sorgeva il quartier generale di Carlo Magno nel centro Italia (il corpo di un guerriero biondo di quel periodo è stato rinvenuto anni fa nelle adiacenze del complesso monumentale: sarebbe stato un ufficiale dell'imperatore). Due alte torri cilindriche adornano la facciata, la struttura è a pianta quadrata, a croce greca, su due livelli, con la chiesa inferiore accessibile sia dall'interno che dall'esterno, attraverso una grande scalinata.



Una volta percorsi altri 15 chilometri verso Civitanova Marche, affiancando ancora il fiume Chienti, ecco il terzo gioiello di questo tour: l'abbazia di Santa Maria a pie' di Chienti, in località Montecosaro Scalo. Anche qui c'entra Carlo Magno: sarebbe stato lui, infatti, a farla erigere per celebrare una vittoria contro i saraceni. Il romanico anche domina: la facciata è disadorna, quasi anonima, l'interno e a due livelli con pianta basilicale a tre navate. Gli affreschi sono del '300, di pregio anche un Crocifisso ligneo del XV secolo e due statuette in terracotta della stessa epoca. Saliti al paese di Montecosaro, l'antico Mons Causarius, una cittadella medievale fortificata che domina la vallata, vale la pena visitare il Museo Cinema a Pennello, unico al mondo, ospitato nelle sontuose sale dell'ottocentesco Palazzo Marinozzi in Porta San Lorenzo: raccoglie centinaia di bozzetti originali di manifesti cinematografici che ripercorrono la storia del cinema. Da Ladri di biciclette a Il pianeta delle scimmie, con ritratti di divi e cimeli che testimoniano le grandi epopee della Settima Arte. Emozioni uniche, come quelle suscitate dalle abbazie.



I NOSTRI CONSIGLI:



Dove mangiare e dove dormire:



A cento metri dal Museo Cinema a Pennello, salendo verso la piazza di Montecosaro, si trova La Luma (via Bruscantini 1, www.laluma.it; tel. 0733/222273), un raffinato ristorante-albergo di epoca medievale ricavato nel palazzo Garulli. Ogni camera (una doppia: da 75 €) ha un nome diverso (Campanile, Caminio, Musicista, Melograno, Castagno, Bellavista, Innamorati, Suite dei Fiori, Vallone, Ciliegio, Vallata). La sala del ristorante, dagli ambienti e arredi ricercati, con archi e volte a vela, è situata nell'edificio settecentesco che oggi ospita il Municipio. Tra le specialità, una squisita terrina di cinghiale con purea di mele e verze (un pasto: da 25 €). Enoteca con 150 etichette e una vasta proposta di prodotti tipici marchigiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA