L'entusiasmante storia della mistica aquilana Apollonia Ventiquattro

La professoessa Silvia Mantini a "Porta a Porta"
di Sabrina Giangrande
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Giovedì 15 Luglio 2021, 22:45

L'AQUILA La storia di Apollonia Ventiquattro (1624-1694) nobildonna aquilana, divenuta Maddalena dopo l'ingresso in convento senza prendere i voti, «ha una particolarità- scrive nell'introduzione Silvia Mantini, autrice del volume edito dalla Educatt nella collana “Storie d’Europa” – è il primo documento inedito, in forma di più di trecento carte rinvenute integre, che diventa la raggiera delle relazioni che, da una periferia del Regno di Napoli al confine con lo Stato pontificio, dipana i contorni di movimenti e circolazioni di idee religiose di donne e uomini tra Marche, Roma e Napoli, testimoniando come le provincie non fossero esenti da quel sofisticato movimento di cenacoli e comunità di “perfetti” che allarmavano la curia romana, per il carisma dei loro protagonisti, spesso donne».

Silvia Mantini è professore associato di Storia moderna, presso il Dipartimento di scienze umane dell’Università degli studi dell’Aquila.
Ha condotto ampie ricerche sul rapporto istituzioni e società tra i secoli XV e XVIII, in particolare sulla simbologia del potere nelle corti, sui cerimoniali nelle città di antico regime e sulle relazioni tra impero spagnolo e ducati italiani, attraverso la figura di Margherita d’Austria. A partire dallo studio della presenza di Margherita d’Austria all’Aquila, ha orientato il suo interesse storiografico sul governo spagnolo in Abruzzo, indagando sulle reti politiche e culturali di una realtà al confine del regno di Napoli, che fu importante nella geopolitica tra Spagna, Stato Pontificio e Adriatico.

Il manoscritto in questione emerge dal “Fondo Pansa” della biblioteca civica “Vittoria Colonna” nel museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara, scrittura autobiografica di una mistica italiana del Seicento; l'interessante scoperta avviene in un preciso periodo della vita della scrittrice aquilana Silvia Mantini che scrive: «nella primavera del 2009 ero a Pescara, a un mese dal sisma che ha sconvolto L’Aquila. Avevo in una notte, con la mia famiglia, abbandonato per sempre la grande casa dove vivevamo e dove non saremmo mai rientrati». Così che la Mantini dirotta i suoi studi verso temi di ricerca legati alla spiritualità femminile, ai monasteri, ma il suo interesse, in particolare, si soffermerà su un preciso documento inventariato come “S. Maddalena Ventiquattro terziaria filippina di Aquila”.

Alla soglia dei settant'anni, Apollonia fu costretta a scrivere un’autobiografia per evitare una scomunica, affinché attraverso il suo manoscritto riesca a dimostrare la sua innocenza, «in realtà Maddalena– chiarisce la Mantini – in una scrittura colta, ironica e ricca di particolari sui suoi ambienti, ci restituisce l'immagine di una donna fedele ai suoi sentimenti e alle sue intenzioni. Nella scrittura di Maddalena – precisa l’autrice- potremmo tessere una tela di parole che riconducono al suo mondo linguistico e concettuale: ad esempio la parola “quiete” ricorre centoventi volte, “amante” centoquattro, “niente” centoventisei volte e, a seguire “visioni”, “profezie”, “orazione”, “annichilimento”. Un alfabeto che compone il linguaggio trasversale che univa le mistiche oltre i confini degli Stati».
Sabrina Giangrande

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