In Cile sulle tracce delle stelle e di Neruda

Lagunas altiplanicas - Cile del nord
di Sabrina Quartieri
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 16:47

Dalle case in technicolor che brillano al sole, all’astroturismo nel deserto, fino alle alcove che il Premio Nobel per la Letteratura Pablo Neruda condivise con la sua amata Matilde. La mappa delle sorprese in Cile è interminabile almeno quanto il lunghissimo Stato sudamericano.

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Tanto che “Best in travel”, l'appuntamento annuale della “Lonely Planet”, considera questa “terra di estremi” uno dei più bei posti da scoprire nel 2018. Se al suggerimento si unisce poi la comodità del volo diretto Alitalia tra Roma e Santiago del Cile, a chi sta programmando le vacanze non resta che prendere i biglietti. Il viaggio perfetto nello strettissimo Paese che va dall'oceano Pacifico alle Ande, comincia nella capitale, una metropoli pronta a regalare ai turisti tutta se stessa. Prima tappa: la salita in funicolare al Cerro San Cristobal, per avere il colpo d’occhio.
 

 

Poi, raggiunta Plaza de Armas, dove la gente del posto si mescola con i visitatori tra sorrisi e parole di benvenuto, si prosegue a piedi fino al Palacio de la Moneda, sede degli uffici presidenziali. Sulla piazza antistante, al lato, è possibile vedere una statua dedicata a Salvador Allende, il Presidente del Cile che perse la vita durante il golpe dell'11 settembre 1973 organizzato dall'esercito per far salire al potere il generale Pinochet. Per immergersi nella vivacità della capitale, si continua su via Ahumada, una strada piena di negozi e bancarelle, e ancora su via Bandera, dove si calpesta un inaspettato pavimento-murales che sembra un arcobaleno. A pranzo, la pausa golosa è al Mercado Central, tempio sacro del pesce fresco.
 
Nel pomeriggio si fa visita a La Chascona: la casa di Neruda dall’insolito nome (“capelli arruffati” il significato del termine), è una delle alcove che il poeta condivise con Matilde Urrutia, la sua amata dai ricci ribelli. Un’abitazione con i soffitti bassi e gli arredi tipici delle barche, che rispecchia la passione per il mare del Premio Nobel per la Letteratura. Quella che oggi è una casa-museo, ai tempi del golpe fu vandalizzata, ma Matilde la fece restaurare in memoria del suo amato Pablo. L’edificio resta comunque un simbolo dell’opposizione a Pinochet. Da qui infatti partì il primo corteo di protesta contro la sua dittatura. Era il giorno dei funerali di Neruda e sua moglie, per l’occasione, chiamò a partecipare diversi amici stranieri, affinché potessero guardare il triste volto di un Cile mortificato e non più libero. Il tour della città termina al Museo de la Memoria y los Derechos Humanos, dove un’istantanea di immagini e documenti racconta gli anni della dittatura attraverso le violenze, le torture, le sparizioni e i processi farsa nei confronti delle vittime del regime.
 
 

Protagonisti dello spazio, sono una grande parete con i loro volti e un cubo di vetro con centinaia di candele di plexiglas per mantenerne vivo il ricordo. Per godersi Santiago la sera, l’ideale è dirigersi a Providencia e a Las Condes, dove si trovano tantissimi ristoranti e bistrot. Tra i locali più frequentati, c’è la Pizzería Tiramisù, presa d’assalto dagli expat e dai cileni benestanti, che considerano il centro troppo caotico e, quindi, da evitare. In città, per pernottare ci sono soluzioni adatte a tutte le tasche. Ma se si cerca eleganza e charme, la scelta giusta è “The Singular Santiago”. La struttura di Lastarria dagli ambienti chic, con un affaccio dall'alto molto scenografico, fa parte di “The Leading Hotels of the World”, la collezione di alberghi indipendenti, di lusso e fuori dal comune.
 
Da Santiago, il viaggio prosegue verso l’aeroporto, dove si sale su un aereo e, in un paio di ore, si atterra a Calama, la porta d’ingresso del Norte Grande, dominato dal deserto di Atacama. Questo regno della natura da vivere a passo lento ha il suo centro turistico a San Pedro de Atacama, un piccolo villaggio dove si fa base per le escursioni. Tra queste, da non perdere: la Valle de la Luna, per addentrarsi in una profonda caverna di cristallo e godersi un tramonto mozzafiato tra le dune del deserto; le Lagunas altiplanicas, due oasi di pace a 4200 metri di altezza con laghi color smeraldo, prati ricoperti di un soffice manto giallo e mandrie di lama, alpaca e vigogne; ancora, il Salar de Atacama, il terzo più grande del mondo, dove si incontrano plotoni di fenicotteri tra le sfumature pastello della Laguna Chaxa; infine, la Valle dei geyser di El Tatio, a 4300 metri di altitudine, surreali scenari circondati dagli aridi vulcani delle Ande, da raggiungere all’alba, quando il buio lascia spazio alle vorticose colonne di vapore e alle fumarole. Ma la vera esperienza insolita di un viaggio nel Cile settentrionale è la contemplazione delle stelle sui tetti di San Pedro.

Nel villaggio infatti, sono in tanti a puntare i telescopi potenti verso il firmamento, per divulgare nozioni e aneddoti sulla cosmologia andina. La zona, per questa attività, è ideale. Al punto che molti istituti di ricerca portano avanti da qui i loro progetti sugli astri. Tra le stazioni più famose che è possibile visitare, c’è il complesso ALMA. In quella che viene considerata l’ultima frontiera dell’astronomia, si esplora l’universo freddo grazie alle immagini captate da 66 enormi antenne con di 12 metri di diametro ciascuna. Posizionate a 5mila metri sull’altopiano di Chajnantor, queste orecchie giganti rivolte verso il cielo formano, insieme, il più ambizioso radiotelescopio che il mondo abbia mai visto.
 
Penultima tappa del viaggio: Valparaiso, un colorato museo a cielo aperto che raggiunge i 900 metri sul livello del mare. Tra i caotici cerros (colli) dove si alternano graffiti newyorkesi, murales messicani e disegni di protesta realizzati di notte durante la dittatura di Pinochet, ci si perde volentieri. Alla fine, questa città di porto che resiste al neoliberalismo riesce a conquistare più di Santiago. Ogni suo angolo infatti racconta di storie dimenticate piene di fascino, sui marinai, sulle prostitute e persino sugli italiani immigrati (soprattutto liguri. In passato si contavano ben 800 bottegai provenienti dal Belpaese). Le case in technicolor - gialle, verdi e viola - brillano al sole e, arroccate, si affacciano su quell’oceano così amato da Neruda, da renderlo l’imperdibile panorama della casa che il poeta si fece costruire al Cerro Bellavista: La Sebastiana, oggi aperta al pubblico.

Per ammirare la città dall’alto, si possono usare le vecchie funicolari oppure gli autobus, come il numero 612, che attraversa le collinette fermata dopo fermata. Al seguito di una guida locale, a Valparaiso si viene travolti dagli incontri con la gente del posto e dalle storie bizzarre che raccontano. Come al Bar Liberty, il più antico di tutti, aperto nel 1897 a plaza Echaurren. Il locale gestito da Carlos da un quarto di secolo è rinomato per la sua collezione di cappelli, lasciati al bancone negli anni da chi, a fine serata, aveva alzato troppo il gomito.

Ma il posto è quello giusto, anche solo per assaggiare il cocktail “Terremoto”, a base di ananas, Pisco, vino bianco e Fernet. Altro pit-stop da non mancare è al bar La Playa, avviato nel 1903 e rinomato per le buonissime empanadas ai frutti di mare che serve ai clienti. Ma sono le bambole in vetrina a colpire di più. Secondo quanto raccontano i proprietari, il bistrot sarebbe abitato di notte dal fantasma di una fanciulla. E allora, perché non lasciargli qualcosa con cui giocare?
 
Da Valparaiso, vale la pena concedersi un’escursione di mezza giornata a Isla Negra, dove si trova la terza abitazione di Neruda, quella che più amava. È qui che il grande poeta cileno riposa accanto a sua moglie. La casa custodisce numerose collezioni appartenute al Premio Nobel, dalle conchiglie alle navi in bottiglia, dai bicchieri colorati alle straordinarie polene. Tra gli oggetti personali più preziosi, si trovano le sue penne a inchiostro verde e il melodioso carillon che riproduce la canzone simbolo dell’unione tra Matilde e Pablo celebrata durante la permanenza a Capri, la “regina di roccia” dove Neruda mise fine al suo tormentato vagare da naufrago-poeta.

Ultima tappa del viaggio in Cile, una vacanza nella vacanza tra i vigneti della Valle de Colchagua, a sud di Santiago. Qui, in un territorio assolato che favorisce la produzione di alcuni tra i migliori vini del Paese, si nasconde dagli occhi indiscreti il “Clos Apalta Residence Relais & Châteaux”. Un’oasi di pace della famiglia francese Marnier - la stessa del celebre Grand Marnier - dove si realizza il gioiello dell’iconica azienda Casa Lapostolle: l’eccellente Clos Apalta. Degustarlo è d’obbligo, ma non prima di aver visitato le incredibili cantine sotterranee in cui viene conservato il vino. Nel Relais ci si può fermare per la notte e per godersi una romantica cena tra favolose bottiglie e piatti gourmet. La mattina successiva, per un ultimo assaggio dell’“encanto” della campagna cilena, si prosegue verso la Valle de Casablanca.
Ovvero il regno dei bianchi, dal Sauvignon Blanc al Pinot, realizzati con tecniche di produzione all’avanguardia. Come nello stabilimento in vetro, legno e acciaio dell’azienda Viña Matetic, dove prende vita un poker biondo d’eccezione, grazie al procedimento di lavorazione dell’uva che sfrutta la forza di gravità.

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