Caldo record, aprile 2024 è stato il mese più bollente di sempre. E gli Oceani superano i 21 gradi

Negli ultimi 12 mesi la temperatura globale è stata la più alta di sempre

Caldo record, aprile 2024 è stato il mese più bollente di sempre. E gli Oceani superano i 21 gradi
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 11:53

E siamo a undici. Come per gli ultimi dieci mesi trascorsi, anche quello da poco terminato ha segnato un nuovo record, affermandosi come l’aprile più caldo di sempre a livello globale. I dati raccolti da Era5, il servizio di monitoraggio climatico del Copernicus climate change service dell’Unione europea, hanno mostrato l’ennesimo aumento significativo delle temperature sia dell’aria superficiale che della superficie del mare, con conseguenze che si riflettono su scala globale.

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Oceani sempre più caldi

Un trend che sembra destinato a non fermarsi e che preoccupa considerando che da 13 mesi è in crescita anche la temperatura degli oceani. La temperatura media globale della superficie marina (Sst) per il mese di aprile 2024 e stata di 21,04degC, il valore più alto mai registrato per il mese, marginalmente inferiore ai 21,07degC registrati a marzo 2024.  

​Secondo Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, «El Nino ha raggiunto il suo picco all'inizio dell'anno e le temperature della superficie del mare nel Pacifico tropicale orientale stanno ora tornando verso condizioni neutre.

Tuttavia, mentre le variazioni di temperatura si associano a cicli naturali come El Nino vanno e vengono, l'energia supplementare intrappolata negli oceani e nell'atmosfera dall'aumento delle concentrazioni di gas serra continuerà a spingere la temperatura globale verso nuovi record». 

Ad aprile, l'estensione del ghiaccio marino artico e stata di circa il 2% inferiore alla media, un'anomalia negativa relativamente piccola rispetto alle anomalie di aprile registrate negli ultimi 10 anni. Come a marzo, le anomalie della concentrazione di ghiaccio marino sono state contrastanti nell'Oceano Artico. Le concentrazioni sono rimaste al di sopra della media nel Mare di Groenlandia, una caratteristica persistente da ottobre. L'estensione del ghiaccio marino antartico e stata del 9% al di sotto della media, la decima più bassa per il mese di aprile nella storia dei dati satellitari, continuando un modello di frequenti anomalie negative di grandi dimensioni osservate dal 2017. Come a febbraio e marzo, le concentrazioni di ghiaccio marino sono state maggiormente inferiori alla media nel Mare di Weddell settentrionale e nel settore del Mare di Ross-Amundsen.

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Temperature dell'aria in aumento

Ad aprile  la temperatura media dell’aria superficiale, a livello globale, è stata di 15,03 gradi Celsius (°C), superando di 0,67°C la media del periodo 1991-2020 per aprile. Questo dato segna anche un incremento di 0,14°C rispetto al precedente record stabilito nell’aprile 2016. Ma quello che colpisce di più è il confronto con la media dei livelli preindustriali, quella degli anni tra il 1850 e il 1900: ben 1,58°C in più. Questa tendenza di aumento costante non è affatto un evento isolato, dal momento che rappresenta l’undicesimo mese consecutivo in cui il record di calore mensile è stato battuto, una tendenza sempre più preoccupante.

L’Europa ha vissuto un aprile particolarmente caldo, con temperature medie superiori di 1,49°C rispetto alla media di aprile 1991-2020, confermandosi vero e proprio hub del surriscaldamento globale. Questo vale soprattutto per la fascia mediterranea e per l’Europa orientale, che ha registrato temperature notevolmente alte, mentre la penisola scandinava e l’Islanda sono rimaste al di sotto della media, a testimonianza di quanto sia importante considerare le differenze regionali nel contesto del riscaldamento globale. Al di fuori dell’Europa, le regioni con le maggiori anomalie termiche includono Nordamerica, Groenlandia, Asia orientale, Medio Oriente nordoccidentale, parti del Sudamerica e gran parte dell’Africa.

Piove troppo o troppo poco

Significative variazioni nei modelli di precipitazioni. Mentre molte regioni dell’Europa settentrionale, centrale e nordorientale hanno registrato precipitazioni superiori alla media, alcune parti dell’Europa meridionale e dell’Asia centrale sono state più aride del normale. Tra queste, gran parte della Spagna orientale, dell’Italia peninsulare, dei Balcani occidentali, della Turchia, dell’Ucraina e della Russia meridionale, nonché dell’Islanda. Queste discrepanze possono portare a fenomeni meteorologici estremi come piogge torrenziali e inondazioni.

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