Guerra nucleare, rappresaglia Putin: «Esercitazioni al confine con l’Ucraina». Scattano le prime simulazioni dell'uso di armi tattiche

«Risposta alle provocazioni occidentali». I timori di uno scontro tra Russia e Nato

Guerra nucleare, rappresaglia Putin: «Esercitazioni al confine con l’Ucraina». Scattano le prime simulazioni dell'uso di armi tattiche
di Lorenzo Vita
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Martedì 7 Maggio 2024, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 08:58

La minaccia è sempre la stessa: l’atomica. Un’ombra che avvolge l’Europa dall’inizio della guerra in Ucraina e che Vladimir Putin utilizza benissimo. Agitata come uno spettro ogni volta che lo zar ha bisogno di lanciare un avvertimento a Kiev e al blocco occidentale. E che adesso fa più paura mentre aumentano i rischi di un confronto diretto tra Mosca e le forze occidentali. Un’escalation «senza precedenti» ha detto il Cremlino. Che tra propaganda e minacce più o meno realistiche, ha ingaggiato una vera e propria guerra diplomatica con due delle maggiori potenze della Nato: Francia e Gran Bretagna.

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L’ANNUNCIO
Ieri, il ministero della Difesa russo ha annunciato che «su istruzioni del Comandante in capo Supremo delle forze armate», cioè di Putin, e «al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari non strategiche a svolgere missioni di combattimento», sono iniziati i preparativi per esercitazioni che coinvolgeranno forze aeree e navali.

Uno show di forza di cui mancano ancora alcuni dettagli. Nessuna idea dei tempi (si parla solo di «prossimo futuro») né dell’area dove si svolgeranno le manovre. Ma quello che conta sono i messaggi presenti nel comunicato. Il primo, che saranno usate «forze nucleari non strategiche». E che tradotto vuole dire che saranno attivate quelle forze in grado di usare le famigerate atomiche tattiche spesso minacciate da Mosca per dare una svolta al conflitto in Ucraina. Il secondo messaggio è che le manovre saranno realizzate per «garantire l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo», e in risposta a «dichiarazioni provocatorie e minacce contro la Russia da parte di certe personalità occidentali». Una retorica «pericolosa e irresponsabile», ha sentenziato la Nato. Ma che conferma come le relazioni tra il Cremlino e l’Occidente siano prossime al punto di non ritorno.

LA VENDETTA
La tensione è alle stelle. Ed è aumentata nelle ultime settimane soprattutto dopo le dichiarazioni di David Cameron ed Emmanuel Macron. Il ministro degli Esteri britannico nei giorni scorsi ha confermato il diritto di Kiev a utilizzare armi inviate da Londra per colpire anche in territorio russo. Mentre il presidente francese da tempo parla della possibilità di inviare truppe Nato in Ucraina come extrema ratio in caso di collasso del Paese invaso. Macron ha chiarito che per ora l’invio delle truppe non è in agenda. Ma le speculazioni dell’ex sottosegretario alla Difesa Usa Stephen Bryen, che su “Asia Times” ha scritto che Parigi avrebbe già inviato un centinaio di uomini della Legione straniera per aiutare gli ucraini a Sloviansk, hanno riaperto il dibattito. E il Cremlino ha già detto di avere attivato i servizi militari e di sicurezza per verificare le informazioni. Ieri, il ministero degli Esteri russo ha convocato sia l’ambasciatore francese, Pierre Levy, che il collega britannico Nigel Casey per protestare contro le affermazioni dei loro governi. E se per Dmitry Peskov, «dispiegare soldati Nato nell’escalation di tensioni è un passo senza precedenti e richiede attenzione e misure speciali», è il messaggio recapitato a Londra ad avere fatto scattare l’allarme: cioè che Mosca potrebbe colpire «strutture ed equipaggiamenti britannici in territorio ucraino e all’estero». Segnali inquietanti, confermati anche dalle dichiarazioni del vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha evocato una «catastrofe globale» in caso di schieramento Nato in Ucraina.

NUOVO CORSO
Ma sono anche minacce che servono a Putin per alimentare quel senso di accerchiamento e di scontro con l’Occidente che caratterizza il suo nuovo corso. Tanto più che arrivano mentre Mosca attende due eventi particolarmente significativi: l’insediamento di Putin, che oggi inizia ufficialmente il suo quinto mandato da presidente, e la giornata della Vittoria, che tra due giorni vedrà celebrare l’anniversario del trionfo sovietico contro il Terzo Reich nella Seconda guerra mondiale. Due appuntamenti fondamentali per la propaganda del presidente, che se oggi viene incoronato come leader “eterno” della Federazione (insediamento che Kiev ha chiesto di boicottare e a cui l’Italia non parteciperà), nei prossimi giorni potrà riesumare la narrazione sull’Ucraina “nazista” che da sempre è al centro della sua macchina mediatica per giustificare il conflitto. L’impressione è che lo zar non abbia alcuna intenzione di ammorbidire i toni. Specialmente adesso che la sua «operazione militare speciale», sdoganata come guerra pure agli occhi dell’opinione pubblica russa, sembra volgere a suo vantaggio e in cui pianifica un’altra offensiva. Il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha detto al Financial Times che gli aiuti di Washington daranno la possibilità a Kiev di scatenare una controffensiva nel 2025. Ma alcuni esperti frenano. Lasciare libertà di manovra ai russi per tutto il 2024 renderà molto difficile in futuro ricacciare indietro le truppe del Cremlino.

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