Venezia, stop alle grandi navi: «Non entreranno più a San Marco»

Venezia, stop alle grandi navi: «Non entreranno più a San Marco»
di Elisio Trevisan
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Febbraio 2019, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 16:22
MESTRE «Unità d'intenti sulla necessità di spostare le grandi navi fuori dalla laguna». È bastato un la del ministero dei Trasporti per far danzare i no grandi navi veneziani che da anni sostengono, appunto, la necessità di buttare fuori dalla laguna di Venezia le navi bianche da crociera cariche di passeggeri. Ma è durato poco perché quel fuori dalla laguna diffuso ieri nel primo pomeriggio con una stringata nota dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo che si era incontrato con «i rappresentanti delle maggiori compagnie crocieristiche sul tema Venezia e grandi navi», pare sia da intendersi come fuori del canale della Giudecca, almeno per i prossimi anni.

I CONFINI
Il canale della Giudecca è il proseguimento della grande via d'acqua che parte dalla bocca di porto del Lido col nome di canale di San Nicolò, si trasforma in canale di San Marco e poi in Giudecca; e quand'è canale di San Marco passa davanti alla piazza di Venezia per antonomasia col palazzo Ducale e la Basilica, dopodiché prosegue fino al porto crocieristico della Marittima, di fronte a Porto Marghera ma in centro storico.
Mentre ieri pomeriggio a Venezia c'era chi scriveva raggiante «Forse ci siamo!», riferendosi a un accordo tra il ministero dei Trasporti e le grandi compagnie, a Roma il Ministero non aggiungeva una virgola a quanto diffuso, ma ci pensava Clia a chiarire. L'Associazione internazionale delle compagnie da crociera ha diffuso, a sua volta, una nota esprimendo «soddisfazione per il percorso avviato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti allo scopo di trovare soluzione alla questione delle Grandi Navi a Venezia», aggiungendo di aver apprezzato lo «spirito costruttivo indispensabile alla risoluzione dei problemi, di cui l'incontro rappresenta un positivo passo avanti», e ribadendo «la propria assoluta disponibilità a continuare a collaborare e a dialogare con le istituzioni locali e con il Ministro». Dopodiché ha scritto che, «d'altra parte, proprio le compagnie hanno da tempo espresso la disponibilità, la volontà e l'impegno per una rotta alternativa, spostando le grandi navi dal Canale della Giudecca». Non, quindi, fuori della laguna ma in un canale diverso da quello della Giudecca.
La rotta alternativa è imposta già da marzo del 2012 dal decreto Clini-Passera (gli allora ministri dell'Ambiente e dei Trasporti): quel decreto, infatti, stabilisce che le navi più grandi di 40 mila tonnellate di stazza lorda non possano più transitare nel bacino di San Marco, ma non è ancora operativo perché entrerà in vigore non appena il Governo avrà individuato una via alternativa per farle arrivare in porto. Il porto attuale è alla Marittima e quindi si tratta di trovare un altro passaggio diverso dal canale della Giudecca, oltre a individuare un nuovo porto per le grandi navi, mentre alla Marittima continuerebbero ad ormeggiare le più piccole.

LA SOLUZIONE
Clia, ossia le compagnie da crociera, ieri non ha scritto quale sia il canale alternativo alla Giudecca ma è nota da tempo la sua posizione, che è stata ribadita anche l'altro ieri all'incontro a Venezia con il sindaco Luigi Brugnaro: lo scavo del canale Vittorio Emanuele III (per riportarlo al fondale originale) che collega la Marittima con il canale dei Petroli, vale a dire il canale industriale principale del porto commerciale in entrata dalla bocca di porto di Malamocco, evitando quindi il centro storico. Dopodiché, oltre l'incrocio tra canale Vittorio Emanuele e canale dei Petroli, le ipotesi per un nuovo scalo dedicato alle navi più grandi sono 14 e il Ministero da qualche mese le sta valutando in base al rapporto costi benefici per scegliere quella ritenuta più idonea: si va dalla zona industriale e portuale di Marghera, a Fusina, al porto petrolifero di San Leonardo, alle due bocche di porto e fino alla vicina Chioggia (con le ultime tre ipotesi pare più apprezzate da Roma perché ai confini tra laguna e mare).
© RIPRODUZIONE RISERVATA