Sciare dentro la storia: cinque ski tour sulle Dolomiti

Sciare dentro la storia: cinque ski tour sulle Dolomiti
di Cristina Montagnaro
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Mercoledì 24 Febbraio 2016, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 14:31

E’ proprio sulle montagne delle Dolomiti, che si è combattuto un fronte della Grande Guerra, da una parte l’esercito austro-ungarico e dall’altro quello italiano, 100 anni fa. Ed è per celebrare  questa ricorrenza e per mantenere viva la memoria nelle nuove generazioni, che sono stati ideati cinque ski tour per sciare dentro la storia delle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco.


8.582 sono i caduti del conflitto. I luoghi della ‘guerra bianca’, così chiamata perché svolta in alta montagna, dove le condizioni atmosferiche hanno reso tutto ancor più assurdo e crudele, rappresentano uno straordinario museo a cielo aperto, dove si possono vedere le trincee, le baracche e le fortificazioni utilizzate dai soldati. 89 sono i chilometri di pista che si percorreranno sciando nel giro della Grande Guerra.

L’idea è nata grazie alla giornalista Virna Pierobon e a Fulvio Valt, direttore della scuola sci Equipe di Falcade, provincia di Belluno. «A 100 anni dalla prima guerra mondiale abbiamo pensato ad un modo per tenere viva la memoria e crediamo che questi itinerari, dove si vedranno siti museali, montagne e la città di ghiaccio sia un modo per entrare dentro la storia».

Una settimana bianca all’insegna del binomio sport e storia. E’ rivolta a sciatori adulti e juniores in grado di fare le piste rosse, in gruppo accompagnati da maestri di sci si vedranno trincee, musei, panorami mozzafiato. Si consiglia l’acquisto dello skipass Dolomiti Superski, che permette di utilizzare tutti gli impianti di risalita. La prenotazione è obbligatoria presso le 6 scuole di sci di Falcade, Canazei, Campitello di Fassa, Moena, e Vico di Fassa.

L’itinerario  della ski area Alpe Lusia San Pellegrino è quello più semplice, perché è adatto a tutti gli sciatori e si rimane sempre in pista e lo scenario è molto aperto; quello più difficile è la Marmolada, dove si alternano momenti in pista a freeride, ma si visiterà il museo più alto d’ Europa e la celebre “città di ghiaccio” la “Eisstadt”,  era scavata nel ghiaccio all’interno dei crepacci ed aveva circa 10 km di gallerie che univano le grotte, nelle quali erano posizionate le varie baracche in legno, adibite a rifugi magazzini infermeria, bar dei soldati.

Fondamentale diventa il ruolo dei maestri di sci e delle scuole di sci. Fulvio Valt direttore e maestro di sci racconta: «abbiamo seguito dei corsi ad hoc sul territorio e sulla storia così che oltre a fare i maestri diventiamo proprio degli esperti del territorio dolomitico».

Martedì, l’itinerario Alpe Lusia – San Pellegrino: queste due aree sciistiche furono teatro di aspri scontri durante la Grande Guerra e rimangono ancora testimonianze e punti di osservazione. Qui c’erano i soldati nelle trincee. Visita al Museo di Moena – La Gran Vera – Grande Guerra Galizia Dolomiti 1914-18 Mercoledì, giro della Grande Guerra: il percorso del “Giro sciistico della Grande Guerra” si snoda ai piedi di cime e gruppi famosi, come Civetta, Pelmo, Tofane, Lagazuoi, Conturines, Settsass, Sassongher, Sella e Marmolada, attorno alla montagna simbolo della prima Guerra Mondiale e sulle cui pendici furono combattute sanguinose battaglie: il Col di Lana.

Giovedì, Cortina D’Ampezzo: si respira il glamour e la storia. Sciata ai piedi delle Tofane, alla scoperta delle piste più tecniche ed adrenaliniche delle Dolomiti. Visita al Museo Intrà I Sass .

Venerdì, Marmolada: scoprire la Regina delle Dolomiti, sia in pista che in freeride sciando là dove era stata costruita nel profondo del ghiacciaio la celebre “Città di Ghiaccio”. Visita al Museo più alto d’Europa a 2900 mt. La Città di Ghiaccio fu un’opera militare unica al mondo, frutto di approfonditi studi ingegneristici, che permise ai soldati austroungarici di mantenere il possesso del ghiacciaio fino al momento della ritirata italiana.

E infine sabato, Ciamapac, Canazei, Passo Pordoi.
Al passo Pordoi sorge il Sacrario che raccoglie i resti dei caduti, provenienti dai vari cimiteri militari delle valli dolomitiche.

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