L’Osservatorio astronomico di Campo Catino nel team di ricerca internazionale che ha portato alla scoperta di un nuovo pianeta poco più grande della Terra e soprattutto situato nella zona abitabile di una stella. La scoperta è stata possibile grazie alle immagini catturate dal telescopio spaziale TESS della Nasa, ma allo studio hanno preso parte i principali enti di ricerca in campo astronomico del mondo coordinati a scienziati britannici dell’Università di Birmingham.
Per l’Italia c’era appunto il l’Osservatorio di Campo Catino che ha partecipato con il telescopio in Cile. Ad ogni ente di ricerca viene affidato un particolare aspetto dello studio. All’Osservatorio di Campo Catino è stato affidato un compito particolarmente delicato che è costato circa cinque mesi di lavoro: «Abbiamo dovuto raccogliere i dati per provare che non si trattasse di un falso pianeta, magari un’altra stella», spiega il direttore Mario Di Sora. L’Osservatorio di Campo Catino si è fatto un nome nel campo forte di un’attività quarantennale caratterizzata da un lavoro sempre puntuale e preciso nella raccolta dei dati.
La particolarità di quest’ultimo pianeta, chiamato TOI-715b, che si trova a 137 anni luce dalla Terra, è quello di trovarsi alla giusta distanza e nell’orbita di una stella che si è dimostrata essere abbastanza stabile e quindi priva di quei fenomeni devastanti in grado di spazzar via l’atmosfera dai pianeti e renderli sterili, inospitali per la vita. La docilità di questa stella, secondo gli autori della ricerca, potrebbe dipendere dalla sua età: 6 – 7 miliardi di anni. Quindi non è escluso che in passato possa aver dato sfogo alla sua potenza. Ora invece sono state trovate condizioni in grado di mantenere nel pianeta vicino l’atmosfera e quindi potenzialmente potrebbe esserci anche dell’acqua. I prerequisiti per la presenza di vita. Qualcosa che fa supporre a un pianeta dominato dall’acqua, come quello del film Interstellar. E vicino potrebbe esserci un secondo pianeta roccioso, di dimensioni più simili al nostro.