Ucciderli o mangiarli? Da qualche tempo il mondo della pesca e della politica si interrogano su come affrontare la calamità costituita dal granchio blu. Eliminarli sembra quasi impossibile, tale è la velocità con cui si riproducono in tutti gli ambienti acquatici: dalla laguna, al mare, perfino nei fossi di irrigazione (sono stati trovati nelle campagne di Cà Lino). Ma mentre il dibattito è in pieno svolgimento, si attendono (per l'autunno) i risultati degli studi commissionati dal Comune di Chioggia, per raccogliere indicazioni per una possibile lotta "biologica" a questo invasore, si studiano tecnologie per lo smaltimento (dai mangimi al biometano), si ipotizzano scenari commerciali, come l'esportazione negli Stati Uniti o in altri Paesi europei, a Chioggia c'è chi, nel suo piccolo, ha messo in piedi un "circuito virtuoso" che ha permesso, finora, di limitare i danni e, forse, in futuro, di ricavarne un guadagno misurabile.
La svolta
Gianluca Aresu è un giovane pescatore-allevatore che ha fatto dell'innovazione il filo conduttore della sua attività.
L'allarme
Ma l'arrivo del granchio blu rischiava di compromettere tutto. «Non soltanto le ostriche, che sono la parte più pregiata dei mio allevamento riferisce Gianluca ma anche le vongole, che pure coltivo, erano in pericolo. Anzi, i danni maggiori li ho avuti proprio alle vongole».
E perché le ostriche si sono salvate? «Perché, quando sono "piccole", le faccio crescere in casse di legno, tenute a galleggiare a pelo d'acqua e rivestite con rete in polietilene: sono strutture robuste e i granchi, per quanto aggressivi, fanno molta fatica a romperle. Quando le ostriche diventano adulte, invece, sono troppo grandi anche per il granchio blu. E poi ci sono io che vado in vivaio quasi tutti i giorni. E' andata peggio alle vongole dove, su una produzione di 500 quintali, ho avuto una perdita del 35% della produzione ma ho preso delle contromisure che sembrano funzionare».
In che cosa consistono? «Ho "fortificato" il vivaio, circondandolo con una rete alta due metri e 60 centimetri, interrata per almeno 20 centimetri e che esce dal pelo dell'acqua per un metro e 30 circa. In questo modo i granchi non possono passare né sotto, né sopra. E' importante che la rete sia alta fuori dall'acqua perché questi crostacei sono degli ottimi arrampicatori». Quindi possono essere catturati mentre cercano di scalare la rete? «Certo, ma bisogna essere pronti, perché se cadono in acqua sono velocissimi a scappare. Io, comunque, ne prendo parecchi esemplari ogni giorno». E qual è il loro destino? «Beh! Io e mia moglie abbiamo aperto un ristorante, il Mille Note, e lei li cucina preparando degli ottimi gnocchetti e tagliolini al granchio blu».