In Costa Smeralda il primo aeroporto cardio protetto d'Italia

L'aeroporto di Olbia, il primo cardio protetto
di Luisa Mosello
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Aprile 2016, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 09:17

Volare sicuri. In tutti i sensi, protetti anche dal punto di vista medico, per esempio dai rischi di un cuore ballerino. In Costa Smeralda è possibile: l’aeroporto di Olbia è diventato il primo scalo cardio protetto d’Italia con l’installazione di un monitor cardiologico “Life pack 12”collegato in rete con la centrale operativa del 118 di Sassari. Il servizio appena “partito” è stato messo a punto in collaborazione con Fast, la societa' che cura i servizi sanitari e di assistenza nell’area aeroportuale sarda.
 



Come funziona? Il monitor permette la trasmissione in tempo reale alla sala emodinamica degli ospedali di Olbia e Sassari dell’elettrocardiogramma dei pazienti potenzialmente a rischio. Obiettivo: ridurre in maniera significativa i tempi della diagnosi, dell’ospedalizzazione e dell’eventuale intervento tempestivo non appena si manifestano i sintomi di gravi patologie cardiache. In questo modo l’equipe medica viene allertata immediatamente
 «L’Aeroporto di Olbia-  ha sottolineato Silvio Pippobello, amministratore delegato della società di gestione Geasar- si è voluto dotare di questo strumento per adeguarsi agli standard qualitativi internazionali e fornire un servizio aggiuntivo alle migliaia di passeggeri che transitano in aeroporto, circa 40.000 mila al giorno in alta  stagione».

Il servizio di primo soccorso presente nello scalo è attivo 24 ore su 24, garantito da circa trenta operatori (medici, infermieri e autisti di ambulanza). L’anno scorso ha effettuato 1.300 interventi con tempi che variano dai due ai quattro minuti. Con il nuovo strumento in dotazione punta ancora di più alla velocità, fondamentale quando si tratta di scongiurare i rischi mortali legati alle patologie del cuore, spesso messo a dura prova anche dall’ansia che può colpire mentre si è in attesa di un volo.
«Finora abbiamo gestito cinque arresti cardiaci e ospedalizzato il 20 per cento degli utenti che abbiamo soccorso» ha spiegato Gaetano Piccirillo, coordinatore operativo della Fast.

© RIPRODUZIONE RISERVATA