La ricerca, basata su documenti statistici aziendali e sociali raccolti durante l’ultimo anno, dove non sia stato possibile reperire i dati infatti non è stata posta alcuna marca, riporta una evidente considerazione: quasi tutti i paesi preferiscono la birra di produzione propria.
In Grecia la Mythos è la birra più apprezzata, nonché la prima di produzione ellenica, nata solo nel 1997. In Danimarca si beve, a sorpresa, più la Tuborg che la Carlsberg (sottomarchio della stessa). In Francia a spopolare è la Kronenbourg 1664 mentre in Belgio a farsi largo tra 8.700 varietà di birra è la Jupiter, relativamente giovane rispetto alla tradizione belga.
Curioso il caso del Sud Africa in cui si beve Carling Black Label, lager canadese particolarmente diffusa nei paesi che fecero parte dell’impero britannico o che ebbero con esso stretti legami.
A governare il monopolio del settore sono comunque per lo più tre grossi colossi: AB-inBev, proprietaria di più di 200 marche di birra tra cui Budweiser, Beck’s e Corona; SABmiller, che nel 2005 ha acquisito tra le tante anche la società Birra Peroni srl, e Heineken, che distribuisce 170 marchi di birra differenti tra locali, speciali ed internazionali.
Se risulta comunque inconfutabile che la Moretti regni sovrana a casa nostra, che la Guinness sia la più desiderata in Irlanda così come la Budlight negli States, dal planisfero si deduce una forte molteplicità di brand, alcuni appartenenti dunque ad uno stesso potente gruppo aziendale, ma la cui varietà non fa che rispecchiare le differenze di un mondo bello, proprio perché vario.
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