L’Italia vuole, e può, diventare il Paese europeo in cui nel voto di giugno si raggiunge il massimo della partecipazione alle urne. Anche oltre il 55 per cento degli elettori che è, al momento, la cifra prevista per le consultazioni continentali. Ma è in tutta la Ue che sta per scattare la campagna contro l’astensionismo e contro la propaganda anti-europeista che la Russia, tramite tutti i suoi canali compresi quelli dei partiti sovranisti e di estrema destra, ha cominciato ad allestire e sono tutti preoccupati, anche i nostri servizi segreti, per questo. C’è da dare un segnale a Putin, dicono a Bruxelles, e l’alta partecipazione, soprattutto da parte dei giovani, alle Europee sarebbe il segnale più forte di modernità politica e di identità liberale che si può dare all’autocrate di Mosca e al mondo intero.
Il 9 maggio, festa dell’Europa, è la data clou.
Ma c’è di più: l’idea brusselese - se ne sta occupando direttamente la Commissione Ue - è coinvolgere i Maneskin e Rosalia, la popstar, cantautrice, discografica e attrice spagnola, nella campagna per far votare i giovani. Che sono stati quelli, per dirne una, che cercarono di impedire nel referendum inglese, perdendo però, la Brexit. Questa volta, oltretutto, per la prima volta avranno il diritto di voto anche i sedicenni in alcuni Paesi: Germania, Belgio, Austria, Malta.
GLI INCONTRI
Altra smossa, riferita all’Italia, per far votare i ragazzi il 9 giugno. È quella che vedrà protagonista lo spazio multimediale di Piazza Venezia a Roma intitolato a David Sassoli. Èstato chiesto quattro giorni fa, dalle istituzioni europee ai dirigenti dei partiti, di partecipare a forum con i giovani per spiegare loro i valori europei e l’importanza della Ue. Le risposte non sono ancora arrivate ma nel Pd e in Forza Italia la disponibilità è completa. E ci saranno ad aprile e nel maggio pre-elettorale Elly Schlein e i colleghi azzurri - inutile dire del super europeismo, non dogmatico, di Antonio Tajani che è stato presidente dell’Europarlamento e commissario Ue - a questi eventi in un luogo al centro di Roma, la città dei Trattati del ‘57 che furono l’atto di nascita della famiglia europea, che è molto frequentato da scolaresche e da studenti universitari. A fine febbraio, altro segnale dell’importanza che si attribuisce alla partecipazione dei ragazzi alle elezioni del 9 giugno, il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità una norma secondo cui i nostri studenti all’estero possono votare lì dove temporaneamente risiedono, senza troppe complicazioni burocratiche.
E del resto, nel 2019, fu grazie alla partecipazione dei giovani che fu superata dopo tanti anni - dal ‘94 - la quota del 50 per cento dei votanti alle Europee. Stavolta, l’obiettivo è quello di dimostrare che una Ue che ha ben superato la fase Covid, che punta o ha puntato sul green, che non abbandona l’Ucraina allo zarismo putiniano, che scommette su se stessa come terza forza tra l’Asia e gli Usa, può essere attrattiva e mobilitare le giovani generazioni (e non solo queste) in nome della libertà e dei diritti.