Regionali, la Meloni punta al Veneto (con uno sguardo alle europee): la partita di Fratelli d'Italia e Lega

Sullo sfondo delle elezioni regionali e lo scontro con la Lega, Fratelli d'Italia punta al Veneto, la premier Giorgia Meloni potrebbe arrivare così più forte alle elezioni europee di giugno

Le elezioni regionali sono terreo di scontro tra Lega e FdI, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni punta al Veneto anche per le elezioni europee
di Riccardo Palmi
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Martedì 9 Gennaio 2024, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 15:49

Sono ufficialmente cominciate le grandi manovre per le regionali del 2024 e 2025, a partire dalla delicata situazione in Sardegna. In gioco però c’è ben altro che cinque poltrone da governatore regionale in Piemonte, Abruzzo, Basilicata, Umbria e Sardegna. Dietro quello che ormai sembra essere uno scontro aperto tra Fratelli d’Italia e Lega in vista degli appuntamenti regionali nel 2024, potrebbe esserci l’intenzione da parte di Fratelli d’Italia di conquistare maggiore terreno rispetto all’alleato leghista, con uno sguardo alle elezioni europee. L’esempio chiarificatore potrebbe essere il Veneto.

Giorgia Meloni prendendo tempo sul caso del terzo mandato, potrebbe voler chiarire fin da subito che nel 2025, una volta conclusosi il mandato di Luca Zaia, nella grande regione del Nord è il turno di Fratelli d’Italia. Dunque se il candidato in Veneto dovesse essere davvero di FdI, il quadro si potrebbe chiudere con il Piemonte a Forza Italia e la Lombardia alla Lega.

Giorgia Meloni potrebbe contare così sul suo partito totalmente inserito nel cuore dell’Italia produttiva. Ma la questione non si ferma soltanto alla partita delle regionali. E’ ancora nell’aria la possibilità di vedere Giorgia Meloni candidata in Europa, e poter contare su una forza elettorale anche nel nord Italia potrebbe rivelarsi vincente per la premier. Vincere un’elezione per arrivare forti e preparati a quella dopo. Poter annoverare nelle proprie liste due regioni del nord potrebbe significare aumentare il già forte consenso che la premier ha, da lì sarebbe più semplice portare tale appoggio davanti alle urne europee.

Giorgia Meloni potrebbe decidere di candidarsi come capolista in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali in cui è divisa l’Italia alle elezioni europee (Nord-occidentale, Nord-orientale, Centrale, Meridionale e Insulare). In questo modo, la presidente del Consiglio potrebbe selezionare in quale circoscrizione essere formalmente eletta, in modo da scegliere anche a quale dei primi cinque candidati non eletti (se diversi) lasciare il suo posto. Sapendo di votare direttamente per Giorgia Meloni quindi, gli elettori che stimano la presidente del Consiglio potrebbero essere portati a votare per Fratelli d’Italia, nonostante l’incompatibilità di Meloni con la carica di parlamentare europea. Ma ancora nulla di sicuro. 


Quello che è certo è che se il caso Sardegna tra Solinas e Truzzu non si risolverà nel più breve tempo possibile potrebbe condizionare a mo’ di effetto domino tutte le altre elezioni regionali, comprese quelle del nord in programma per il prossimo anno. La domanda quindi è se sia la partita delle regionali a rischiare di far saltare il banco della maggioranza. Certo, quando furono candidati ed eletti i presidenti uscenti, il quadro politico era decisamente diverso. Fratelli d’Italia era il più piccolo partito della coalizione, la Lega di Matteo Salvini era forza egemone e Forza Italia vantava ancora una rendita di potere derivata dai vecchi fasti dell’era berlusconiana. Oggi il partito della premier Giorgia Meloni punta a far valere i nuovi equilibri, non solo portando a casa almeno un presidente in più, ma aggiungendo alla lista di Fratelli d’Italia una regione da sempre verde Lega.

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