Multe e Imu a Roma, buco riscossione. I revisori: «Evasione elevata»

Numeri positivi sul fronte della Tari

Multe e Imu a Roma, buco riscossione. I revisori: «Evasione elevata»
di Gianluca Carini
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Martedì 30 Aprile 2024, 06:08

Sulla lotta al disavanzo, il Comune di Roma fa meglio di quanto sperato e cresce la riscossione della Tari. Ma per i revisori «la capacità di incasso» del Campidoglio «continua a rappresentare una notevole criticità». E questo soprattutto rispetto con riferimento ad alcuni fronti, come quello delle multe stradali.

Questi i risultati del rendiconto per il 2023 del Campidoglio approvato ieri dall’Assemblea Capitolina, anche alla luce della relazione dei revisori. Documenti dai quali emergono aspetti positivi, a partire dal disavanzo: dal 2015, per via di un cambio imposto dalla legge ai criteri contabili, i Comuni si sono trovati addosso un debito “monstre” da ripagare in 30 anni accantonando man mano delle somme. Quest’anno si è scesi da 449 a 420 milioni (600mila euro meglio delle previsioni). Cresce anche la capacità di riscossione del Comune, salita tra il 2019 e il 2022 dal 59 al 70 per cento (ovvero da 1,7 miliardi del 2019 a 2,2 miliardi nel 2023). Un dato «più alto della media italiana», ha sottolineato l'assessora al Bilancio Silvia Scozzese nel suo intervento.

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MENO TRASFERIMENTI
Calano invece i fondi da Stato e Regione, i cui «trasferimenti correnti sono diminuiti leggermente», mentre al contrario «il Comune di Roma avrebbe bisogno di maggiori trasferimenti per la sua specificità di Capitale», ha aggiunto l’assessora.

Leggendo la relazione del collegio dei revisori (l’organismo che controlla i bilanci) il giudizio è positivo, ma non mancano le note dolenti. Soprattutto, viene evidenziata un’incapacità del Comune di riscuotere quanto dovuto, anche una volta che sono stati scovati i coloro che non pagano. Specie sul fronte delle multe stradali: quelle accertate sono passate da 185 milioni nel 2021 a 265 milioni nel 2023.

Mentre è rimasto invariato il tasso di riscossione, intorno al 35 per cento (fruttando 65 milioni nel 2021 e 92 l’anno scorso). Insomma, serve ancora qualche passo avanti. Sull’Imu, invece, a fronte di 251 milioni di euro di euro accertati nel 2023, solo 12 milioni risultano riscossi: ma qui la spiegazione sta nella diatriba con la Regione sul mancato pagamento della tassa sugli immobili per gli alloggi Ater da parte della Regione. E pertanto, in attesa di capire chi ha ragione rimane il “buco”.

Inoltre cresce il debito pro capite, arrivato a oltre 600 euro ad abitante: tre anni fa era sotto quota 500 euro. Nel 2021, infatti, era pari a 1,3 miliardi di euro, saliti a 1,5 nel 2022 e arrivati a 1,6 l’anno scorso. Un aumento dovuto ai maggiori investimenti fatti in questi anni dal Comune e comunque si è ampiamente sotto le soglie massime previste dalla legge, spiegano però fonti del Campidoglio.

LE ENTRATE
Secondo i revisori «la capacità di incasso» delle entrate tributarie o di altra natura «continua a rappresentare una notevole criticità» e per questo «si raccomanda nuovamente di porre in essere quanto necessario per aumentare la capacità di incasso dell'Ente». Mentre sul Pnrr, occorre implementare «il sistema di controllo interno per gli interventi» che vi rientrano, «in modo da individuare possibili criticità, anche per frodi, connesse all'attuazione degli interventi». Infine, sul Campidoglio gravano debiti fuori bilancio per 97 milioni, cui potrebbero aggiungersene altri 49 milioni. Nonostante l'importo sia «sensibilmente diminuito rispetto all'esercizio precedente, i revisori rinnovano la raccomandazione di procedere tempestivamente» a riconoscere quali debiti sono dovuti e quali invece no, anche perché il Campidoglio «è sottoposto ad un ingente numero di azioni esecutive» (quelle cioè che riguardano crediti accertati). Infine, sulle società partecipate dal Comune, dai revisori «si raccomanda di esercitare con maggiore incisività le prerogative di socio»

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