«L’idea di questo film è venuta dal giovane alpinista Gabriele “Gabo” Antonielli quando abbiamo ripercorso insieme la via Tomica - racconta il regista Andrea Frenguelli - era il quinto tentativo. Al di là della via, che sicuramente è interessante per molti motivi, è il contesto dei Sibillini ad apparire davvero unico. Personalmente avevo già progetti di film sui Sibillini, alcuni iniziati e mai finiti, quindi da parte mia l’esigenza c’era e ho approfittato di questa occasione per realizzare un documentario che mostrasse queste montagne attraverso i racconti dei suoi alpinisti». Del resto l’alpinismo è una forma di turismo decisamente più lenta e rispettosa di altre, che rende possibile a chi lo vuole una comprensione profonda e avventurosa del territorio.
Nel documentario trovano spazio tutti i Monti Sibillini, dal Bove al Vettore, ma oltre ai luoghi, mostrati anche con spettacolari immagini realizzate grazie ai droni, ci sono soprattutto personaggi e racconti, con la costante mistica presenza della Sibilla sullo sfondo. La realizzazione del film ha coinvolto anche la Scuola intersezionale umbra di Alpinismo "Giulio Vagniluca", il CAI Perugia e la Sezione CAI di Ascoli, il Gruppo Speleologico CAI Perugia e RRTREK - Il Rifugio Roma: «Spero che la visione di questo film porti qualcuno a sentire la voglia di andare su quei sentieri - ammette il regista - e le immagini di contesto che abbiamo girato le regaleremo al Parco Nazionale Monti Sibillini per iniziative promozionali. Ammetto che ci hanno aiutato non poco concedendoci il permesso di girare ovunque. Fare un film lì non è semplice, perché c’è tanta burocrazia e bisogna stare attenti a molte cose, come ad esempio rispettare il periodo di nidificazione del Gracchio Corallino. Senza sottovalutare che in montagna il tempo cambia di continuo, quindi è molto difficile girare».