FOLIGNO . Il ritorno dei sismografi Alfani in città. Foligno è una realtà molto vivace fin da tempi remoti. Tra le altre cose, fu tra le prime città ad avere strumenti per misurare l'intensità dei terremoti, i sismografi, fin dal 1880. Si tratta dei sismografi Alfani che ora, nella giornata del 13, verranno svelati dopo gli interventi di recupero e di restauro. “Il progresso tecnologico – spiegano i promotori del progetto -, molto veloce negli ultimi secoli, permise di costruire strumenti sempre più sensibili e precisi a distanza di poche decine di anni, per cui nel 1916 vennero installati a Foligno, nel Seminario, due nuovi sismografi progettati da Guido Alfani, sacerdote dei Padri Scolopi e direttore dell'Osservatorio sismico Ximeniano di Firenze, una autorità internazionale dell'epoca nel campo della sismologia”. I due sismografi rimasero in funzione, prima con monsignor Domenico della Vedova, poi con don Ernesto Buono, fino al 22 novembre del 1943, quando il Seminario fu distrutto dal primo bombardamento di Foligno nella seconda guerra mondiale. Le parti degli strumenti furono quasi tutte messe in salvo dal giovane Paolo Maffei (futuro astronomo di fama internazionale) e don Ernesto Buono in attesa di tempi migliori, ma i tempi migliori non vennero. “La città di Foligno – viene ricordato - non riuscì a trovare una adatta collocazione per gli strumenti, e il progresso tecnologico in pochi anni li rese obsoleti, per cui rimasero in casa Maffei”.
L’IDEA
L'idea di restaurarli a scopo didattico e museale continuò ad essere un desiderio di Paolo Maffei, che però non fece in tempo a vederlo realizzato.