PERUGIA - Lo hanno minacciato e picchiato. Offendendolo e mandandolo pure in ospedale. Eppure ieri sono stati entrambi assolti. Non perché sia stata provata la loro innocenza, come sarebbe stato anche nel loro diritto, ma per un errore procedurale. L'assenza di querela, infatti, ha convinto il giudice Lidia Brutti a emettere una sentenza di non doversi procedere per mancanza di condizione di procedibilità. Una decisione in punta di diritto o per un cavillo che dir si voglia, con la coppia – , un ragazzo e la sua fidanzata, già noti alle forze dell'ordine anche per episodi simili – che così evita una condanna. Con un procedimento durato quasi quattro anni e finito per uno sbaglio.
Con il rammarico della parte offesa, un ragazzino minorenne che quel 6 settembre 2020 in ospedale è arrivato con ferite vere e vero terrore, altro che errore. Raccontando poi ai sanitari e alle forze dell'ordine la violenza subita: violenza finita presto nel fascicolo con cui il sostituto procuratore Gennaro Iannarone ha accusato la coppia di fidanzati di minacce e lesioni personale aggravate. Secondo il capo di imputazione, infatti, la ragazza «come istigatrice» e il fidanzato «quale autore materiale», con «più azioni esecutivo di un medesimo disegno criminoso» hanno aggredito la parte offesa, all'epoca nemmeno maggiorenne.