Il cardinale della Thailandia Kovithavanji: «La Chiesa del futuro sarà sempre più asiatica e meno europea, ha ragione Papa Francesco»

Il cardinale della Thailandia Kovithavanji: «La Chiesa del futuro sarà sempre più asiatica e meno europea, ha ragione Papa Francesco»
di Franca Giansoldati
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Domenica 3 Settembre 2023, 11:02

Ulan Bator – La crescita della Chiesa in Asia? «Sarà lenta ma rappresenta il futuro». Il prossimo Papa asiatico? «Chi può escluderlo a priori?» Da Bangkok è arrivato in Mongolia per questa sorta di raduno asiatico con Papa Bergoglio anche il cardinale Francis Kovithavanji, uno dei porporati creati da Francesco nel 2015. Come altri porporati non hanno mancato all'appuntamento, prima di prendere parte agli eventi previsti per oggi a Ulan Bator, prima un dialogo inter-religioso e poi la prima messa pubblica celebrata in Mongolia davanti a duemila cattolici. Il numero di per sè non è alto ma resta significativo, se si pensa che agli inizi degli anni Novanta non c'era nessuno. «Anche in Thailandia i cattolici aumentano. Papa Francesco è chiaro che vuole dare una direzione precisa a questa crescita, il che non vuole dire meno Europa e più Asia, solo che ciascun continente deve fare la sua parte e diffondere il messaggio evangelico mediante la testimonianza dei laici e del clero. In ogni caso la Chiesa del futuro sarà sempre più asiatica» afferma il cardinale in una intervista al Messaggero.

A Ulan Bator sono arrivati tanti vescovi di diversi paesi asiatici ma mancano quelli cinesi perché il governo ha impedito loro di espatriare. Lei che giudizio ha maturato sull'accordo siglato tra il vaticano e la Cina per le nomine episcopali?

«Tanto per cominciare bisognerebbe chiedere a loro, ai vescovi cinesi, cosa ne pensano.

A me personalmente pare una cosa buona quell'intesa. La Chiesa, come ha affermato Francesco anche ieri, non ha una agenda politica da portare avanti ma l'azione mite e umile del Vangelo per il bene di tutti, per l'armonia, per l'unità del corpo sociale. Quell'accordo farà bene e sarà utile». 

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Sembra che Francesco indichi alla Chiesa una sorta di Silk Road che porta a Pechino...

«La Chiesa chiede solo dialogo. Con tutti, con tutte le religioni. Che poi è il punto comune per incontrarsi e da lì si parte». 

Secondo lei il prossimo Papa potrebbe essere asiatico?

«Queste cose le ha in mano la Provvidenza di Dio». 

E' però anche una questione di voti per raggiungere il quorum...

«Sbaglia chi crede che sia una mera questione di voti. Noi crediamo alla provvidenza e non ai numeri o alle logiche della democrazia. La Chiesa ha qualcosa di più alto che la muove, ed è la comunione a Cristo. I cardinali elettori non sanno chi sarà eletto, in ogni caso siamo aperti a tutto».

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Tra poco inizierà il super Sinodo e la Chiesa su alcune questioni sembra piuttosto divisa...

«Secondo me questo è un Concilio Vaticano III fatto a pezzetti. Il Papa lo ha voluto cosi, partendo dalla base, con i temi che sono stati indicati dai fedeli». 

Ci sono temi molto divisivi che sono già all'origine di spaccature, per esempio il sacerdozio femminile o anche la benedizione alle coppie gay...

«Noi abbiamo una linea morale certa e la seguiamo. Naturalmente non condanniamo le persone omosessuali, ma le accogliamo con il cuore aperto in modo che possano trovare il valore della propria vita. La dottrina della nostra fede è molto chiara. Naturalmente bisogna adattarsi ai tempi ma io penso sempre a Giovanni XXIIII quando ha indetto il Concilio Vaticano II. Occorre continuare il dialogo ma le questioni di fede restano ferme». 

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