Vitigno storico a dimora, torna “Castel Sindici”: il vino di Ceccano che piaceva a D’Annunzio

Il recupero è frutto dell’operato dell’ex assessore alla cultura Stefano Gizzi e del consigliere Alessio Patriarca

Agli inizi del Novecento se ne producevano ben duemila ettolitri all’anno: quasi 300mila bottiglie. Ora, dopo quasi un secolo, potrà essere...
di Marco Barzelli
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Lunedì 29 Aprile 2024, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 07:35

Agli inizi del Novecento se ne producevano ben duemila ettolitri all’anno: quasi 300mila bottiglie. Ora, dopo quasi un secolo, potrà essere finalmente riprodotto il rinomato vino “Castel Sindici” di Ceccano. Il comitato locale, nato a tutela del marchio storico, ha individuato e fatto ripiantare alcuni ceppi di vitigni discendenti da quelli originali.

Il recupero è frutto dell’operato dell’ex assessore alla cultura Stefano Gizzi e del consigliere Alessio Patriarca, suo successore al ramo.

Sono i curatori dell’etichetta storica, ricreata da ormai sei mesi con il resto del comitato: Felice Zuccarelli, Carmen Fiorillo, Pino Marella e Giovanna De Francesco. Piccole viti di bianco sono state già messe a dimora da Piero Venditti, già insegnante d’istituto agrario. Un tempo, tra i più pregiati del Lazio, spiccavano proprio gli Honigler e Riesling prodotti da Stanislao Sindici.

Enologo e cavaliere del lavoro, per tutti “Sor Lallo”, conquistò premi e diplomi in Italia e all’estero anche con i suoi vini rossi: Cabernet franc e Gamay. Grazie a Benedetto Maura, che fu in diretto contatto con la Famiglia Sindici, è stato già trovato un altro vitigno. I tesori della cantina, nei sotterranei del centrale Castel Sindici, finirono sulla “Guida gastronomica d’Italia” del Touring club e arrivarono fino all’Expo 1935 di Bruxelles. Venivano degustati nel “salotto culturale” tra l’omonimo castelletto neogotico e il parco circostante. Vi prese parte anche l’intellettuale Gabriele D’Annunzio, amico di famiglia e anche narratore di vini.

«Già nell'ottobre scorso, con notizie, documenti inediti, premi e fotografie del cavalier Sindici - ricorda Gizzi - notammo una grandissima partecipazione di persone interessate alle manifestazioni culturali, a conferma della centralità della cultura nel recupero della identità storica della nostra città. Accanto allo studio dei documenti, però, era indispensabile recuperare anche i vitigni». Un tempo si trovavano soprattutto in contrada “Vigne vecchie”, su quasi trenta ettari, ma anche in altre zone di Ceccano e Giuliano di Roma.

Anche Patriarca si dice «pienamente soddisfatto del grande interesse - commenta -. Abbiamo dimostrato che la vera cultura attrae tantissime persone, in grado di apprezzare la storia civica e le figure di maggiore importanza». I due curatori ringraziano tutti i membri del comitato «per la loro costante attenzione e collaborazione in questo progetto davvero ambizioso». Il delegato alla cultura, infine, anticipa: «In autunno avremo una nuova importante giornata dedicata a Sindici e ai suoi vini premiati in tutta Europa. Con il contributo di una prestigiosa istituzione scolastica».

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