È stato approvato oggi in via definitiva dal Consiglio dei Ministri l'ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità che riguarda il Progetto di vita. Un decreto importante, necessario a garantire una presa in carico completa della persona dal punto di vista sanitario, sociosanitario e sociale e per superare le frammentazioni di prestazioni e servizi.
Il decreto
Non più il disabile e la sua famiglia costretti a rincorrere i mille rivoli della burocrazia con richieste di duplicati di accertamenti, visite mediche e certificati. Ma un'amministrazione "amica", al servizio dei disabili con un progetto personalizzato a seconda delle esigenze e delle scelte della singola persona. È l'obiettivo dell'ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità approvato in via definita dal Consiglio dei ministri che introduce il "Progetto di vita". Una «rivoluzione culturale e civile» secondo la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli.
La sperimentazione
Le nuove procedure entreranno in vigore con una sperimentazione che partirà dal 1 gennaio 2025 in alcune province e avrà una durata di 12 mesi. Se tutto andrà come previsto il decreto andrà a regime nel 2026. Il procedimento unitario e soprattutto unificato per l'accertamento dell'invalidità civile sarà infatti affidato dal 1 gennaio 2026 all'Inps. Con la nuova normativa, infine, l'Italia si allinea all'Agenda Europea 2021/2030 e al Pnrr. I fondi a disposizione per l'attuazione sono 350 milioni di euro a partire dal 2026, a cui si aggiungeranno ogni anno 85 milioni. Per la ministra alle Disabilità Alessandra Locatelli si tratta «del cuore della riforma» e di «una straordinaria opportunità per le persone con disabilità». Si comincia a parlare «non più solo di assistenzialismo ma di valorizzazione delle persone» aggiunge ribadendo uno dei punti che le sta più a cuore della riforma: «Un passo importante nella nuova visione sarà la rimozione in tutte le leggi ordinari dei termini "handicappato" e "portatore di handicap" per restituire dignità e centralità alla "persona con disabilità"».