Spaccio e aggressioni è allarme all’Aurelio: vertice sulla sicurezza. Baby pusher in monopattino

Una polveriera nel cuore del XIII municipio

Spaccio e aggressioni è allarme all’Aurelio: vertice sulla sicurezza. Baby pusher in monopattino
di Alessia Marani
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Martedì 30 Aprile 2024, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 08:26

Far West Aurelio. Ci sono marciapiedi del quartiere in cui i cittadini evitano di passare: baby gang, spaccio open-air, aggressioni e truffe in strada. Quindi gli accampamenti di nomadi e senzatetto nelle roulotte o nelle auto abbandonate del parcheggio di via Albergotti. Una polveriera nel cuore del XIII municipio, anche in senso letterale: le bombole di gas che alimentano i fornelletti da campo sono posizionate sotto i palazzi, vicino ai distributori di benzina e di fronte le scuole. Se poi c’è una festa, per tutta per tutta Cornelia risuona la voce dei cantanti neomelodici. L’Sos arriva direttamente dal comitato di quartiere che ha chiesto e ottenuto la riunione dell’Osservatorio territoriale per la sicurezza, assise sempre più rara voluta dall’ex prefetto Franco Gabrielli prima di divenire Capo della polizia (2016-2021) . Una sorta di declinazione su base municipale del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico con la partecipazione del delegato della Prefettura.

SPACCIO IN MONOPATTINO

Il comitato di quartiere Aurelio all’appuntamento si è presentato “armato” di un ricco dossier corredato da fotografie emblematiche.

Il report è dettagliato e traccia la mappa della micro-criminalità che assedia il quartiere. A partire dalle bande di baby-spacciatori maghrebini che hanno base davanti alla sala scommesse di piazza dei Giureconsulti aperta fino a notte nelle immediate vicinanze del capolinea dei bus e della fermata della metro A. «Li vedono tutti muoversi come le api che escono dal nido. Fanno su e giù passando per via San Pio V e via Aurelia - hanno spiegato i residenti - consegnano le dosi muovendosi veloci sui monopattini. Portano la droga a chi va a scuola, a chi la richiede “a domicilio”». Il racconto non desta sorpresa tra chi ascolta. Carabinieri e polizia conoscono il fenomeno e sono anche intervenuti. Ma fermare baby-criminali è molto difficile. «La legge non aiuta, non c’è certezza della pena, una volta è stato pizzicato un ragazzo con un etto di cocaina ma anche lui è tornato subito libero», afferma il presidente del comitato di quartiere Danilo Amelina.

La Circonvallazione Cornelia sembra un porto di mare. «Arrivano da mezza Roma per delinquere, facilitati dal trasporto pubblico», la denuncia. Lo stesso Amelina tempo fa era stato rapinato del telefonino, minacciato con il coltello, al parco del Pineto. Il dossier prosegue e, a proposito del parco, annovera anche il fenomeno della prostituzione maschile minorile. Altra piaga: le batterie di nomadi italiani che truffano gli automobilisti con il trucco del finto incidente: «Mi hai rotto lo specchietto», non è vero ma pretendono soldi. L’elenco non è esaurito. I residenti denunciano «aggressioni in pieno giorno, da romeni e georgiani, spesso ubriachi» e «furti in appartamento». Capitolo a parte per l’emergenza sanitaria. Chi vive nei parcheggi, si legge nel dossier, «fa i propri bisogni tra le macchine, altre volte li raccoglie nei secchi e li getta nei cassonetti dell’Ama». Uno dei fornelletti a gas era esploso bruciando un’auto parcheggiata accanto alla materna quando i bimbi erano a scuola.

LE MISURE

La riunione convocata dalla presidente del XIII Sabrina Giuseppetti ha prodotto delle risposte. L’Osservatorio si è così impegnato ad agire su alcuni fronti attraverso: il controllo mensile a market e bar etnici; l’emanazione dell’ordinanza di divieto vendita alcool e birre dopo le 22 dal venerdì alla domenica; l’invio di pattuglie a piedi dei vigili urbani specie davanti all’Idi, alle scuole “Seneca” e “Perone”; la regolarizzazione dei parcheggi su via Albergotti; la rimozione dei veicoli abbandonati; l’installazione di telecamere pubbliche. Nessuna sottovalutazione dell’emergenza ma carabinieri, finanza e polizia hanno messo in luce quanto la percezione di insicurezza non corrisponda a dati numerici altrettanto allarmanti. «Ci è stato detto - affermano dal cdq - che abbiamo un’incidenza di criminalità simile a quella della stazione Termini raffrontata al passaggio di pendolari e residenti. Ma che anche questa, soprattutto se rapportata ad altre realtà territoriali non corrisponde affatto a un Far West. Ma noi cittadini abbiamo comunque bisogno di riappropriarci dei nostri quartieri».

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