Se a metà della popolazione sfugge l’utilità della Corte d’Appello, almeno finché non si ritrova sotto processo magari ingiustamente, va ricordato come l’Umbria abbia smarrito la strada per qualsiasi centro direzionale, che si chiami Telecom, Ferrovie, oppure Enel. Mantenere una bandierina d’autonomia almeno per la giustizia è una buona premessa per un posto nelle future macroregioni. Invece di stupirsi della possibile chiusura, come succede in questi giorni in malinconici convegni, sarebbe meglio darsi da fare. E progettare di allargare la competenza umbra della giustizia verso le città di Rieti e Viterbo. In questo modo si arriva al milione di residenti e si evita al bilancio dello Stato l’apertura di una dispendiosa seconda Corte d’Appello nel Lazio. Ovviamente allargare confini come nel Risiko non basta.
Servono anche delle spinte concrete per uscire dal gioco ed entrare nella realtà delle decisioni. Parafrasando Archimede, una proposta riceve una spinta verso l’alto solo se qualcuno la immerge in un progetto. Altrimenti fa solo acqua.
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