Perugia, per il Risiko-Giustizia
ci vuole Archimede

Perugia, per il Risiko-Giustizia ci vuole Archimede
di Italo Carmignani
2 Minuti di Lettura
Domenica 3 Aprile 2016, 18:09
PERUGIA - Per salvare la Corte d’Appello di Perugia basterebbe una cartina geografica e il suggerimento di Archimede. Messa in difficoltà dallo studio di una commissione ministeriale, la Corte dovrebbe chiudere perché l’Umbria è fuori dal cerchio magico del milione di abitanti. Già consapevoli di essere pochi, rispetto al successivo concetto di buoni gli umbri pensano sempre meno ai loro politici. Abili nel dibattere a lungo più di Apolli che di Appelli, i politici hanno visto sfumare l’occasione di suggerire alla commissione la centralità di Perugia. Non solo sotto il profilo geografico, ma anche baricentrico, vista la competenza di giudicare i magistrati romani.

Se a metà della popolazione sfugge l’utilità della Corte d’Appello, almeno finché non si ritrova sotto processo magari ingiustamente, va ricordato come l’Umbria abbia smarrito la strada per qualsiasi centro direzionale, che si chiami Telecom, Ferrovie, oppure Enel. Mantenere una bandierina d’autonomia almeno per la giustizia è una buona premessa per un posto nelle future macroregioni. Invece di stupirsi della possibile chiusura, come succede in questi giorni in malinconici convegni, sarebbe meglio darsi da fare. E progettare di allargare la competenza umbra della giustizia verso le città di Rieti e Viterbo. In questo modo si arriva al milione di residenti e si evita al bilancio dello Stato l’apertura di una dispendiosa seconda Corte d’Appello nel Lazio. Ovviamente allargare confini come nel Risiko non basta.

Servono anche delle spinte concrete per uscire dal gioco ed entrare nella realtà delle decisioni. Parafrasando Archimede, una proposta riceve una spinta verso l’alto solo se qualcuno la immerge in un progetto. Altrimenti fa solo acqua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA