Comune in rosso, l'assessora Angiani: «Abbiamo risvegliato la città, aveva bisogno di investimenti»

Nel 2023 le spese hanno superato le entrate per 1,7 milioni: «Lavoreremo di più sulle riscossioni»

PARTECIPATE L’assessore Angiani
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 5 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:46

«È vero, dobbiamo fare una riflessione e migliorare. Ma non abbiamo mai rischiato di portare il bilancio in disavanzo». E adesso? «Bisogna lavorare di più sulle entrate». Nel 2023 palazzo dei Priori ha speso 1,7 milioni in più di quanto abbia incassato: l’assessore Elena Angiani lo conferma, inquadrando però la situazione in un’ottica più generale, dopo l’allarme lanciato dal dem Alvaro Ricci e dal leghista Andrea Micci.

Ecco l’altra faccia della medaglia. «Il risultato di amministrazione è comune ampiamente positivo - dice Angiani - perché sono più di 109 milioni. La negatività è sul conto economico e non su quello finanziario, che è certamente un elemento sul quale ragionare perché ci dà una misura algebrica di quanto l'amministrazione ha speso in relazione a quanto ha incassato». Ovvero, «nel 2023 abbiamo incassato meno di quanto speso. Il bilancio è comunque ampiamente in equilibrio perché vengono applicati l'avanzo ed entrano i contributi: non abbiamo mai rischiato di andare in disavanzo, assolutamente». Resta il fatto che «bisogna fare una riflessione, dobbiamo migliorare. C’è da lavorare di più sulle entrate e sugli accertamenti, perché siamo ancora un po' bassi. Oppure dobbiamo spendere di meno, ma è auspicabile incassare di più, piuttosto».

Comune spendaccione? Non secondo l’assessore. «Le spese del 2023 sono state fatte - spiega - perché la città ne aveva necessità. L’abbiamo rivitalizzata ad esempio facendo un grande Natale, dove sono andate via diverse centinaia di migliaia di euro. Ma era necessario. Abbiamo speso sullo sfalcio dell'erba, insomma erano risposte alle necessità della città. Sicuramente nel 2024 e negli anni a venire dovremo lavorare di più sulle entrate».

Questo il quadro in proposito: «Abbiamo ancora delle riscossioni non eccezionali: su questo Viterbo ha storicamente delle difficoltà. Lo dimostra il fondo crediti di dubbia esigibilità, che è ancora cospicuo: sono complessivamente intorno ai 46 milioni di euro. Quasi la metà dei fondi di quanto accantonato è di dubbia esigibilità: tra tutte le risorse accantonate, ammonta al 45%. Certo non si è creato nel 2023 ma si è formato negli anni. Anche qui bisogna lavorare e lo stiamo facendo».

Sul fronte tributi, nel 2023 le riscossioni sono risultate «in linea con quelle dei Comuni paragonabili a Viterbo. La riscossione spontanea è dell'80%, dopo i solleciti si recupera un altro 5%. Siamo invece un po' bassi sulle multe: l'incasso è di circa il 50% sugli accertamenti fatti». Poi ci sono altre voci, come le pratiche urbanistiche. «Da qui sono sempre arrivati tanti soldi. Noi non abbiamo entrate rilevanti perché abbiamo scelto politicamente di non costruire più di quanto già c'è - commenta ancora - andando a puntare invece sulle ristrutturazioni. Avremmo potuto concedere altre cubature che ci avrebbero portato soldi». L'assottigliamento della cassa? «Non è per cattiva amministrazione ma per gli anticipi che abbiamo dovuto fare per i lavori del Pnrr: si va a rendicontazione, quindi il Comune prima anticipa i fondi, poi li riprende. È un aspetto che non ci preoccupa per niente. L’ammortamento dei mutui al 2025? Sono stati ricontrattati, con rate dilazionate e tassi di interesse leggermente ridotti. Lo abbiamo fatto - conclude Angiani - anche perché nel 2026 scadranno i derivati e non avremo quell'uscita».

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