Torino, Annalena Benini: «Porto al Salone del Libro la mia svolta al femminile»

Parla la prima curatrice della kermesse torinese

Torino, Annalena Benini: «Porto al Salone del Libro la mia svolta al femminile»
di Riccardo De Palo
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Giovedì 9 Maggio 2024, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 15:32

«Sono molto emozionata e fiera di questo programma bellissimo che abbiamo costruito tutti insieme: non vedo l’ora che inizi». A parlare è la nuova direttrice del Salone del Libro di Torino (9-13 maggio), che succede a Nicola Lagioia. Annalena Benini è nata 48 anni fa a Ferrara e vive a Roma. È scrittrice (l’ultimo libro uscito per Einaudi si intitola proprio Annalena), ed è anche giornalista del Foglio. È sposata con Mattia Feltri e ha due figli. Si tratta della prima direttrice donna a ricoprire questo ruolo, se escludiamo Giulia Cogoli, che lo fu per un brevissimo periodo nel 2015.

La grande novità sono i direttori tematici, vero? Alessandro Piperno, Melania Mazzucco, Luciana Littizzetto, Erin Doom, Francesco Piccolo, Francesco Costa e Teresa Cremisi…

«Sì, li ho pensati come delle rubriche.

La mia formazione giornalistica mi ha insegnato a guardare il mondo attraverso sezioni tematiche».

Cosa ha voluto cambiare rispetto al passato?

«Ho ereditato un Salone florido, di grande solidità e successo, quindi mi sono davvero potuta permettere il lusso di portare la mia personalità. Oltre a queste sezioni tematiche affidate a curatori e curatrici d’eccellenza, ho portato la mia piccola redazione formata da professioniste dell’editoria, del giornalismo e della scrittura. Abbiamo tanti scrittori e scrittrici internazionali, dagli Stati Uniti, dall’Europa. L’onda lunga del Covid si è ritirata, c’è di nuovo voglia di viaggiare».

Quali sono gli ospiti sui quali punta di più?

«Siamo onorati di ospitare Salman Rushdie per la prima volta in Italia dopo l’attentato del 2022. Sarà anche uno dei auoi primi incontri in Europa, in colloquio con Roberto Saviano, per presentare il suo libro "Coltello". Un autore rimasto vittima di un attentato proprio durante un incontro pubblico, in cui si parlava del sostegno agli scrittori perseguitati, e che ha rischiato la vita, e che malgrado questo decide di continuare gli incontri pubblici, mi sembra un messaggio di grande coraggio e positività. Ma sono anche onorata di avere la lezione inaugurale di Elizabeth Strout, una delle mie scrittrici preferite, premiata con il Pulitzer. E due Nobel, Orhan Pahmuk e Abdulrazak Gurnah. Sono molto felice anche di Gianni Morandi, che incontrerà Luciana Littizzetto per parlare di quel grande scrittore che è stato Marcello Marchesi».

Si può parlare di nuovo corso del Salone, dopo le polemiche, anche di natura politica, del passato?

«Non è una risposta che posso dare io. Cerco soltanto di fare il mio lavoro al meglio. Il Salone è da sempre un posto sano, di dibattito, di incontro, di discussione. E mi auguro che continui ad esserlo».

Lei ha detto che la campagna elettorale deve restare fuori dal salone. Conferma?

«Certo. Naturalmente il Salone è aperto a tutti, ma non si può strumentalizzarlo per fare campagna elettorale. Noi seguiamo le regole della par condicio e quindi non si fa politica al Salone».

Il titolo è “Vita Immaginaria”. Ma quali sono i temi principali?

«Appunto, la letteratura e la sua capacità di raccontare il mondo attraverso le parole. Ma credo che ci sia anche - perché io porto qui la mia personalità - un filo femminile piuttosto evidente. C’è la celebrazione delle grandi scrittrici del passato e del presente, c’è uno sguardo al mondo femminile del futuro. E la celebrazione del lavoro delle donne, attraverso una mostra che ho curato con Intesa Sanpaolo».

Dati complessivi?

«Quest’anno la superficie del Salone è cresciuta ancora: 137mila metri quadri, per 1160 editori e 872 stand (nella scorsa edizione erano 115 mila metri quadri espositivi e 573 stand, ndr). Ci sono ancora più editori, soprattutto i nuovi piccoli».

Non solo la città ma anche tutto il territorio è stato coinvolto, vero?

«Il Salone Off quest’anno compie vent’anni e farà più di 600 incontri che sono già partiti sabato scorso, con uno spettacolo sul carcere in un teatro di Rivalta di Torino. Io ne sono molto orgogliosa, la cultura prende vita e si mette al servizio di tutti: il Salone Off va nelle piazze, nelle scuole, nelle biblioteche di quartiere, nei condomini...»

Nei condomini?

«C’è una bellissima iniziativa che si chiama Il Ballatoio in cui ci si incontra, ma non per una riunione di condominio in cui ci si accoltella, ma per presentare un libro. Si va in periferia, nella cintura metropolitana, e ci sono 8 città della regione coinvolte, insomma è un grande lavoro che finirà con lo spettacolo concerto di Alessandro Baricco al Teatro Carignano».

Quanti sono gli eventi in tutto?

«Compreso l’Off, superiamo i duemila. Non so se sia un record. Ho molto paura dei record e non pronuncio mai questa parola».

La partecipazione dei giovani è sempre altissima, e sappiamo che sono loro a leggere di più. Cosa si prevede quest’anno?

«I giovani leggono, partecipano, vengono… L’anno scorso c’è stata un’inversione di tendenza per cui gli under 35 sono diventati la maggioranza dei visitatori del Salone. Quest’anno abbiamo aggiunto un padiglione, il numero 4, per tutte le attività e gli incontri dedicati ai più giovani. E poi ho costruito anche questa sezione, affidata a Erin Doom, sul romance. Ci sono focus sui nuovi disagi, le fragilità, la violenza di genere, c’è Fedez che viene a parlare di salute mentale con il presidente degli psicologi italiani. E poi Elena Cecchettin che risponde alle domande dei ragazzi sulla violenza di genere».

E il rapporto con il web e i social?

«Quest’anno i nostri social lavorano molto di più e con una bellissima grafica. Ci affidiamo molto ai social, a cui io stessa partecipo, perché mi sembrano uno strumento utile e imprescindibile per raggiungere tutti»

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