Rosso impero, rosso moda: porfido egiziano dall’antico al Barocco

Giovedì 1 Febbraio 2024, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 16:19

Il Maestro della moda Roberto Capucci


“ROSSO MODA Roberto Capucci tra fuoco e cinabro” pone in dialogo sculture e oggetti d’arte applicata in porfido rosso egiziano con una selezione di nove abiti-scultura realizzati dagli anni Cinquanta al 2024 dal Maestro della moda Roberto Capucci, provenienti dell’omonima Fondazione. Di tonalità cangiante o trasformato da luce e plissettatura, il rosso degli abiti-scultura di Capucci - anche grazie alla predilezione dello stilista per tessuti come il taffetà di seta o materici come il mikado - innesta un confronto con forme e volumetrie in porfido rosso screziato di bianco.

Nella sala intitolata a Canaletto, il percorso trae avvio con Nove Gonne (1956), uno degli abiti più iconici del Novecento ed emblema della prima fase della carriera di Capucci, dal debutto fiorentino ai trionfi internazionali. Una scultura in taffetà, caratterizzata da nove elementi sovrapposti sulla gonna, che lega Roberto a Capucci a due dive del cinema hollywoodiano: Marilyn Monroe ed Esther Williams. Rispetto alla prima, Capucci vanta il primato di primo designer europeo chiamato a vestire la diva, che fino al 1956 si affidò a stilisti americani. Indossato da una Marilyn in versione fumetto, l’abito apparì in una striscia del The Dallas Morning News. La seconda fu colei che, sempre nel 1956, acquistò l’abito.

Accanto al Nove gonne svetta Cinabro (1995): una delle dodici Architetture in tessuto realizzate in occasione del Centenario della Biennale di Venezia, su richiesta dell’allora direttore del settore Arti visive della manifestazione.

La serie – di cui fanno parte anche Sagenite, Fluorite, Lapislazzuli, Violano, Emanite, Ossidiana, Diaspro, Antimonite, Pirite, Allanite e Siderite - testimonia l’avvio di una riflessione sugli elementi naturali, minerali e cromatici e di quella precisa volontà di sconfinamento che, tre decenni dopo il debutto, traghettò il Maestro dai “codici puri” della moda, verso una dimensione di fertile contaminazione tra le diverse arti. I due abiti-icona sono collocati in stretta connessione con il Bruciaprofumi in porfido rosso, di produzione francese dell’inizio del XIX secolo, parte della Collezione Zani.

Nella Sala di Maggiolini - accanto a tavolini tripodi di produzione romana, dal piano ovale in porfido rosso egiziano (Collezione Zani)- compare Fuoco, presentato da Capucci nel 1985 all’Army National Guard di New York.

L’abito-scultura in taffetà sauvage, composto da un corpetto e ventagli plissé simili a fiammelle in quattordici tonalità di rosso, è parte di una serie ispirata agli elementi naturali: acqua, aria, terra e, appunto, il fuoco.

Il Salone dell’Ottagono è teatro del dialogo tra il rosso di cinque creazioni di Capucci e quello delle sculture in porfido collocate nel salone e oltre le vetrate affacciate sull’Impluvium della Casa Museo. Quest’ultimo ospita, tra le altre, una serie vasi in porfido egiziano e bronzo dorato di manifattura francese del XVIII e XIX secolo (Collezione Zani).

La celebre Marsina in taffetà ermesino plissé arancione e rosso, omaggio a Mozart, fu presentata da Capucci nel 1992 al Teatro Schauspielhaus di Berlino. Come in una stanza degli specchi, la collocazione valorizza la stretta correlazione tra il taglio tardo settecentesco della creazione di Capucci e quelle dipinte da Francesco Guardi nel capolavoro pittorico Villa Loredan a Paese (1780) appeso dietro le Garniture de cheminée della Casa Museo.

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